Sappada è del Friuli Venezia Giulia, oggi il sì della Camera
Da Redazione
Novembre 22, 2017
Sappada è Friuli: oggi, 22 novembre 2017, la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva la legge che toglie alla Regione Veneto il comune di Sappada e lo assegna alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
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Sappada ha vinto: oggi, 22 novembre 2017, fa parte del Friuli Venezia Giulia
Una lunga battaglia che ha portato la vittoria del sì: con 257 deputati a favore, 20 contrari e 74 astenuti tra deputati di Fi, Direzione Italia e Mdp. Da adesso in poi, il passaggio del Comune di Sappada dal Veneto al Friuli Venezia Giulia è decretato da una legge. Il testo di legge, già approvato in Senato, era stato rinviato oggi, 22 novembre 2017 dalla settimana scorsa, dopo la lettera del Consiglio regionale del Veneto che faceva presente che mancava il formale parere della Regione Veneto, previsto dalla Costituzione, essendo stata approvato in precedenza soltanto un informale ordine del giorno. La presidente della Camera Laura Boldrini, aveva dato al Veneto soltanto sette giorni per esprimere il formale parere, scadenza troppo breve che non ha permesso la convocazione del Consiglio.
Sappada al Friuli Venezia Giulia, la Camera approva nonostante i veneti
Questo e tutti gli altri tentativi dei deputati veneti di ottenere un rinvio tra emendamenti e altre azioni sono stati respinti. Soprattutto la richiesta di sospensiva del deputato padovano Domenico Menorello e l’Ufficio di Presidenza della Camera ha disatteso le osservazioni del deputato Renato Brunetta, il quale ha definito incostituzionale questo disegno di legge che prevede il passaggio del Comune di Sappada al Friuli. Ci sarebbe la violazione dell’articolo 132 della Costituzione. Esso prevede il parere preventivo della Regione Veneto. Accolta in pieno la tesi del deputato bellunese Federico D’Incà, secondo il quale il Veneto ha avuto anni per esprimere il suo formale parere e sarebbe un insulto alla democrazia non concludere l’iter avviato con un referendum popolare. Infatti, il referendum del 2008 ha decretato che la maggioranza dei cittadini di Sappada voleva il passaggio alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Pietro Fontanini, il Presidente della Provincia di Udine, sottolinea il comportamento esemplare dei sappadini in tutti questi anni, rispettando la Costituzione e il Parlamento Italiano, anche se hanno vissuto anni in incertezza e col pericolo di nutrire sfiducia nelle istituzioni. Una migrazione dovuta non solo per storia e lingua, bensì anche per motivi economici e turistici. E il Veneto trema, visto che ci sono altri Comuni che rivendicano il passaggio.
Perché Sappada è passata dal Veneto al Friuli Venezia Giulia
Sappada, Plodn in dialetto, è un’enclave germanofona incuneata tra la Carinzia, il Cadore e le Alpi carniche friulane. Un’ora di auto da Belluno e Udine, ma per cultura, sentimento e tradizione i milletrecento sappadini gravitano sulla provincia di Udine, di cui erano parte integrante fino al 1852 prima del passaggio alla provincia di Belluno. Sappada è una delle più rinomate località sciistiche della zona, una specie di Cortina del Cadore, con gli impianti di risalita collegati alle piste friulane e masi dall’inconfondibile stile tirolese. Il 98% dell’economia gira intorno agli sport invernali, gli hotel e gli impianti di risalita. Inevitabile il confronto con Bolzano e il Friuli e, fatti due conti, si rendono conto che i sappadini sono inferiori. Ogni cinque o dieci anni, quando gli impianti vanno rinnovati con decine di milioni di investimenti, decine di soci si devono autotassare. Ma nel giro di quindici anni, tre società nate a questo scopo falliscono. Daniele Kratter, un imprenditore di Sappada, scende ripetutamente a Palazzo Ferro Fini, sede veneziana della Regione Veneto, per chiedere aiuto. Dopo il referendum del 2008, vedendo i veneti che prendevano tempo e si prodigavano in scuse (approfittando del doppio ruolo del Governatore del FVG, Debora Serracchiani, allora vice di Matteo Renzi), entrano in campo il commerciante di occhiali Alessandro Mauro e il maestro di sci Danilo Quinz, i quali si presentavano regolarmente a Montecitorio per cercare alleati. Oggi, 22 novembre 2017, possono dire finalmente Schanni! al Veneto nel tipico dialetto Plodarisch che si parla da secoli in Carnia.
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