Robot usato a Torino per l’asportazione di cellule malate. E’ la prima volta
Da Redazione
Gennaio 27, 2018
Un robot è stato usato a Torino durante un intervento su un paziente affetto da sindrome di Brugada, malattia genetica che provoca anomalie nel ritmo cardiaco fino a causare la morte improvvisa.
La tecnica in questione consiste nell’asportazione delle cellule malate del cuore operando attraverso un robot. Il paziente, un uomo torinese di 47 anni, è stato dimesso il giorno seguente all’operazione.
Interventi con metodica robotica
Questo primo intervento di “ablazione” fatto attraverso una metodica robotica è stato eseguito nel reparto di Cardiologia sotto la direzione di Maria Rosa Conte.
E’ un passo in avanti nel mondo della cardiologia, perché fino ad oggi la terapia prevedeva l’impianto di un defibrillatore capace di interrompere le aritmie gravi grazie ad uno shock elettrico nel cuore. Interventi del genere non erano però frequenti perché ci potevano essere dei risvolti negativi sul paziente.
L’intervento di ablazione debella le cellule del cuore malate nel ventricolo destro, che vengono raggiunte da un catetere ablativo attraverso una piccola puntura sotto lo sterno. Il robot è stato un mezzo ideale per eseguire questa procedura con effetto immediato.
L’innovazione con la terapia d’ablazione
Ora però c’è questa nuova terapia che ha lo scopo di distruggere, attraverso ablazione, tutte le cellule del cuore malate, che causano anomalie cardiache. Queste cellule si trovano sulla superficie esterna del ventricolo destro, dove attraverso questa tecnica avviene l’eliminazione del tessuto alterato. Pare infatti che l’intervento preveda un riscaldamento che è in grado di determinare la scomparsa dei segni elettrocardiografici della malattia. E di conseguenza anche la riduzione dei rischi di provocare aritmie nei soggetti malati
Il sistema robotico a navigazione magnetica Stereotaxis è stato un gran successo, perfetto per questo tipo di procedura, grazie alle sue doti di grande dimestichezza e assenza di traumaticità. La procedura è stata un trionfo per la medicina cardiologica e il paziente è tornato a casa immediatamente e in salute.
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