Google, algoritmo creato per prevenire gli infarti, ecco dove arriva l’intelligenza artificiale
Da Redazione
Febbraio 21, 2018
Dove può arrivare l’intelligenza artificiale? Quella sperimentata da Google, ben oltre l’immaginabile, e infatti gli scienziati hanno messo a punto un algoritmo in grado di anticipare il in un paziente, servendosi solo di una scansione degli occhi.
Algoritmo e intelligenza artificiale, Google fa passi da gigante
Il software proviene da Verily, una società appartenente al magnate informatico che si occupa della ricerca in ambito biomedico.
Con questo nuovo algoritmo si possono ricavare informazioni di un paziente come età, pressione del sangue, genere e se è fumatore o no servendosi della scansione degli occhi.
Servendosi dell’elaborazione di questi fattori i ricercatori hanno la possibilità di capire se un paziente rischi o meno di avere un infarto.
Intelligenza artificiale, quanto la scienza va oltre?
In un post pubblicato da Verily si legge “Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte a livello globale e un importante numero di ricerche ci aiuta a capire che cosa può causarle: tutti i comportamenti quotidiani, tra cui esercizio fisico e dieta in combinazione con fattori genetici, età, etnia e sesso biologico”.
Ciò significa che le capacità dell’intelligenza artificiale, attraverso un’immagine del fundus retinico, cioè la zona più interna dell’occhio, sono in grado di predire e individuare tanti fattori di rischio infarto.
Nonostante il risultato raggiunto dai ricercatori non dia dei significativi miglioramenti negli esami che già sono noti alla medicina, comunque si è fatto un passo avanti per il futuro, dove potrebbero essere messi a punto esami più rapidi e meno invasivi per la salute umana.
L’intelligenza artificiale è stata addestrata con l’analisi delle retine e dei dati medici di più di 200 mila pazienti originari degli Stati Uniti e del Regno Unito.
L’algoritmo è stato così programmato per avere un’autonomia nella individuazione degli elementi che mettono a rischio la salute dell’uomo. Il metodo deve essere migliorato, anche se fino ad ora ha saputo prenderci in più del 70% dei casi.
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