Troppi raggi X dal dentista aumentano il rischio cancro
Da Redazione
Marzo 19, 2018
L’allarme lanciato dagli esperti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP): troppe Tac e altri esami inutili con radiazioni aumentano rischio tumore.
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Dentista e cancro, quale relazione?
Andare dal dentista non è esattamente una passeggiata di salute, ma l’allarme lanciato dagli esperti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) che si è riunita per il XX Congresso Nazionale a Rimini darà di certo venire i brividi a chi ha la fobia di trapano e disinfettante. Pare che dal dentista si facciano troppi esami inutili, come ortopanoramiche, radiografie, Tac e altri esami che utilizzano le radiazioni, ma così facendo si aumenta il rischio di contrarre il cancro a causa appunto delle radiazioni dannose. Si è invitato quindi a utilizzare il tutto con cautela. Essi vengono usati a piene mani per verificare la presenza di carie o per preparare al meglio un impianto dentale.
Radiazioni in campo medico
Le radiazioni infatti possono portare a varie patologie, dalle malattie alla tiroide al cancro vero e proprio, ma solo nel caso in cui si subisce una elevata esposizione. Di sicuro, le apparecchiature per i raggi X e affini sono calibrate per un impatto minimo sull’organismo umano, ma utilizzate troppo di frequente può portare a questo pericolo per la salute. L’obiettivo quindi è esortare i dentisti a farne un utilizzo appropriato e limitato ai casi in cui è strettamente necessario, scegliendo il “male minore” dal punto di vista dell’esposizione alle radiazioni. Infatti, scoprire di avere un cancro non è piacevole e sapere che si poteva evitare è un paradosso.
Differenza esposizione Tac e radiografie
Tac e radiografia sono due check diversi: la Tac infatti fa assorbire in una sola volta radiazioni pari a centinaia di radiografie, per cui è consigliabile evitarlo qualora possibile, o comunque limitarlo. Il problema maggiore è che dentisti meticolosi, ma assolutamente in buona fede, tendono a praticarlo. Noi umani siamo esposti a radiazioni da fonti naturali, ad esempio quella del gas radon, quindi una Tac equivale alla metà della dose che si assorbirebbe in un anno dall’ambiente. In materia di radiazioni e di protezione da esse in ambito lavorativo e medico esistono dei parametri ben definiti e la Direttiva europea Euratom, la quale obbliga a prendere delle precauzioni per le aree sensibili durante il test ( i classici collare e camicia al piombo) e localizzare l’area da analizzare, ad esempio invece che tutto il cranio, ci si può limitare a metà bocca, anche tenendo conto se si tratta di adulti e bambini. Infatti, una Tac in un bimbo equivale a 10 anni di radiazioni naturali.
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