Evasione fiscale: manca più della metà degli introiti attesi
Da Redazione
Giugno 27, 2018
Sono giornate negative nel fisco italiano. I conti non tornano e l’evasione fiscale si fa sempre più dilagante anche in quelle categorie e settori che sono insospettabili. E’ quanto confermato dalla Fondazione nazionale commercialisti, che attribuisce i problemi relativi al fisco non solo alle partite IVA, ma anche alla “rottamazione”, manovra renziana che ha, però, dilatato i tempi e le modalità di pagamento. Manca, infatti, ancora più della metà degli introiti attesi. Intanto, sia Matteo Salvini che Luigi di Maio pensano a manovre che possano arginare il dilagare di queste difficoltà.
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Evasione fiscale, tutti i numeri
Il problema dell’evasione fiscale non va preso alla leggera e rappresenta un fattore di negatività non solo per chi ha numeri alla mano, ma anche per commercialisti, Caf e contribuenti che dovranno fronteggiare uno dei problemi più noti della penisola italiana. Stando a quanto sottolinea la Fondazione nazionale commercialisti, parte di questi stessi problemi deriva dalla “rottamazione” renziana, che non ha fatto altro che dilatare i pagamenti attesi.
Dei 17,8 miliardi di introiti attesi, infatti, ne manca più della metà: sono 9,6 i miliardi che mancano ancora all’appello. La Fondazione nazionale commercialisti ha spiegato che l’evasione fiscale non è tutta da ricondurre alle partite IVA: “Numeri alla mano, è un luogo comune quello secondo il quale dipendenti e pensionati paghino per intero le tasse e che l’evasione sia da ricondursi per intero alle partite Iva. Si tratta in realtà di un fenomeno trasversale che per quasi la metà del suo ammontare è riconducibile a chi una partita Iva non ce l’ha”
Dei 107,7 miliardi di evasione che sono stati rilevati, quasi la metà (esattamente il 46,8%) deriva da “quella generalità di contribuenti di cui oltre l’85% sono lavoratori dipendenti e pensionati”. Escludendo, quindi, le partite Iva, i dati sarebbero i seguenti: 15 miliardi evasi (13,9%) derivano dal lavoro irregolare per Irpef e contributi; 34 miliardi (31,8%), invece, dalla “generalità dei contribuenti per locazioni, canone Rai, Imu e Iva su consumi finali”.
La rottamazione di Renzi non ha risolto i problemi
La sottolineatura non c’è stata solo nell’ambito dei dati relativi all’evasione fiscale, ma anche nell’ambito delle cause vere e proprie. L’idea di Renzi, sottolinea la Fondazione, era giusta in quanto finalizzata a risolvere i problemi dei contribuenti, che si sarebbero messi in regola con sconto di mora ed interessi. Nonostante, però, la manovra renziana della “rottamazione” fosse teoricamente giusta, non ha portato ai risultati sperati.
Ermanno Granelli, presidente di coordinamento delle sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti, ha sottolineato questo fattore all’interno del suo rendiconto generale sullo Stato 2017. “Preoccupazioni sono espresse anche per l’affermarsi di condotte fiscali che si risolvono nel mancato versamento delle imposte evidenziate nelle dichiarazioni tributarie. a fronte di un ammontare lordo complessivo dei crediti rottamati di 31,3 miliardi, l’introito atteso per effetto della rottamazione ammonta a 17,8 miliardi. Di tale importo sono stati riscossi nei termini solo 6,5 miliardi, compressivi degli interessi per pagamento rateale.”
Se al numero riportato da Granelli si aggiungono le rate (comprensive di interessi) che ammontano a circa 1,7 miliardi di euro, si giunge al numero sopraccitato: “Pertanto, dei 17,8 miliardi previsti a seguito delle istanze di definizione pervenute, 9,6 miliardi non sono stati riscossi e costituiscono versamenti omessi.”
Le soluzioni proposte da Salvini e Di Maio
Per far fronte alle difficoltà relative all’evasione fiscale, sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio hanno avanzato delle proposte. Il Ministro dell’interno ha rilanciato l’idea del condono delle cartelle, fino a 100 mila euro (con successivo allargamento anche alle liti fiscali). Quanto, invece, al leader del Movimento 5 Stelle: la proposta di fatturazione elettronica obbligatoria e trasparente, è probabile che essa entri in vigore a partire dal 2019, e diventi obbligatoria per tutti i benzinai.
Quanto al condono, che è stato ipotizzato dalla Lega per finanziare la flat tax, i numeri sono certamente importanti. 100 miliardi di tasse non pagate o contestate dai contribuenti italiani, davanti ai giudici, che porteranno a un pagamento tra il 6% e il 25%. Nel caso in cui la percentuale sia la massima, lo stato incasserà 25 miliardi. Queste le parole di Massimo Bitonci, sottosegretario dell’economia: “Non abbiamo definito tetti e aliquote, ma l’intento è di trovare una soluzione generale che non si intersechi però con la rottamazione bis ancora in atto”.
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