Maestre diplomate magistrale, decreto a Palazzo Chigi: quale futuro?
Da Redazione
Giugno 28, 2018
Le maestre coinvolte dalla sentenza del Consiglio di Stato del 20 dicembre 2017 continuano a vivere in una situazione di incertezza professionale, ma qualcosa sta cambiando. Ricordiamo che la sentenza ha estromesso le maestre diplomate magistrale dalle Graduatorie ad esaurimento e le ha collocati nella II fascia delle graduatorie d’istituto.
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Ministro Bussetti: soluzione per qualità didattica
Il Ministro Bussetti negli ultimi giorni ha mostrato solidarietà nei confronti delle maestre diplomate al magistrale e ha dichiarato che sta lavorando per trovare una soluzione. Il Ministro vuole garantire la qualità della didattica e non deludere le aspettative delle maestre coinvolte. Sino ad oggi infatti il riferimento è stato la contrapposizione tra le maestre diplomate e quelle laureate in Scienze della Formazione. Non è stato fatto però alcun accesso ai precari storici che si trovano nelle Graduatorie ad esaurimento e ai vincitori e idonei del concorso a cattedra del 2016 che devono essere tenuti in considerazione ai fini di una soluzione giusta per tutti i soggetti coinvolti.
La sentenza del Consiglio di Stato sarà rispettata?
Il Ministro Bussetti ha insistito su un punto in particolare e cioè l’estromissione dalle Graduatorie ad esaurimento. I tribunali emetteranno le prime sentenze a luglio e questi provvedimenti non possono essere fermati ma con un decreto ad hoc si può intervenire per il ridimensionamento.
No alla terza graduatoria
È stato aggiunto però un tassello importante e cioè la creazione di una terza graduatoria per le maestre diplomate e quelle laureate. L’ipotesi di mantenimento degli insegnanti interessati dalle sentenze sugli stessi posti è stata data come acclarata, per via delle rassicurazioni del Ministro alle maestre indispensabili per l’avvio dell’anno scolastico. I laureati non sono d’accorso con l’ipotesi di mantenere i diplomati magistrale nei posti che hanno già occupato ma manca ancora il tassello più importante, il concorso. Il dibattito deve prima passare in Parlamento e stabilire come deve essere organizzato, se fare o meno una selezione e capire quali sono i tempi certi delle assunzioni.
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