James Gunn è stato licenziato dalla Disney per alcuni tweet
Da Redazione
Luglio 21, 2018
E’ stato licenziato dai Walt Disney Studios il regista James Gunn. Il motivo riguarda alcuni suoi tweet che sono stati pubblicati nel periodo compreso tra il 2008 e il 2009; i tweet – che parlavano di stupro, pedofilia, Olocausto e attentati dell’11 settembre – sono costati caro al regista. Gunn avrebbe dovuto girare Guardiani della Galassia Vol. 3, dopo che si era occupato della regia dei primi due volumi nel 2014 e il 2017. James Gunn si è servito ancora una volta di Twitter per scusarsi per quei messaggi di cattivo gusto, a suo dire delle provocazioni assolutamente non riuscite.
Licenziato James Gunn: il motivo sono alcuni tweet
Sono stati alcuni tweet pubblicati nel periodo tra il 2008 e il 2009 a provocare il licenziamento di James Gunn da parte dei Walt Disney Studios. Tweet in cui Gunn parlava di stupro, Olocausto, 11 settembre e pedofilia in maniera scherzosa.
E’ stato il sito americano Daily Caller a raccogliere alcuni di questi tweet, incastrando – di fatto – il regista. Uno di questi recita: “La cosa migliore dell’essere stuprati è quando hai finito di essere stuprato: è tipo, fiu, ‘quanto è bello non essere stuprato!’”. Il presidente dei Walt Disney Studios, Alan Horn, ha giudicato quei tweet “indifendibili e incoerenti con i valori del nostro studio”.
Il messaggio di scuse da parte di James Gunn
Non è passato molto tempo prima che sia arrivato il messaggio di scuse da parte del regista di Guardiani della Galassia. Dopo che è rimbalzato via web lo scandalo che lo riguardava, Gunn si è servito di un tweet per scusarsi pubblicamente. I suoi intenti, secondo ciò che egli stesso ha affermato, non erano cattivi o razzisti, ma dovevano essere semplicemente provocatori.
Queste le sue parole: “Le mie parole di quasi dieci anni fa erano, al tempo, tentativi fallimentari e sfortunati di essere provocatorio. Me ne sono dispiaciuto per anni da allora: non solo perché erano stupide, per nulla divertenti, selvaggiamente insensibili e certamente non provocatorie come speravo, ma anche perché non riflettono la persona che sono oggi, o che sono stato per un po’ di tempo”.
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