Banda del Monsignore, maxi truffa a Roma: arresti
Da Redazione
Settembre 27, 2018
La banda del Monsignore fingeva di conoscere persone molto importanti negli ambienti ecclesiastici e aristocratici di Roma. Le vittime erano imprenditori e professionisti che volevano guadagnare qualcosa con la vendita di appartamenti e opere d’arte. I truffatori fuggivano dopo aver ricevuto l’anticipo.
La tecnica
Sei persone sono state arrestate a Roma nell’ambito dell’inchiesta che ha portato a sgominare la banda del Monsignore. Secondo quanto riportato da Roma Fanpage i truffatori erano riusciti ad adescare una serie di facoltosi imprenditori e professionisti benestanti. Dopo essere entrati in contatto con le loro vittime millantavano conoscenze importanti con personaggi dell’ambiente ecclesiale e aristocratico della capitale. Queste persone volevano guadagnare qualcosa dalla compravendita di appartamenti e opere d’arte e i truffatori si accordavano con loro promettendo appunto quanto desiderato. La tecnica prevedeva anche il versamento di un anticipo molto consistente, poi la banda del Monsignore faceva perdere le sue tratte. I Carabinieri però sono riusciti a fermarli. I militari della Compagnia di Piazza Dante sono impegnati nell’esecuzione dell’ordinanza per l’arresto di 6 persone nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura di Roma. Le truffe, consumate e tentate, hanno un valore che si aggira intorno ai 13 milioni di euro.
Il finto Monsignore
La banda del Monsignore è stata definita in questo modo perché il piano era preciso e collaudato e ha fatto cadere nel tranello moltissime persone. Secondo quanto appreso dagli ambienti investigativi uno degli indagati fingeva addirittura di essere un Monsignore con conoscenze importanti negli uffici del Vaticano. A volte indossava l’abito talare e dispensava benedizioni quando venivano portati a termine gli accordi. La truffa della banda del Monsignore non si limitava alla compravendita di appartamenti e opere ma comprende anche la black money scam. I truffatori dicevano alla vittima che era possibile ottenere delle banconote smacchiando i fogli di carta mediante l’applicazione di un solvente speciale.
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