Sindaco di Riace Domenico Lucano, di cosa è accusato
Da Redazione
Ottobre 02, 2018
Il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono stati disposti gli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Locri sui finanziamenti del Viminale e della Regione al comune di Riace per progetti ai richiedenti asilo.
Operazione Xenia
Domenico Lucano è considerato il simbolo dell’accoglienza, oggi è stato arrestato dalla fiamme gialle nell’ambito dell’operazione Xenia. Il sindaco di Riace è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e affidamento diretto fraudolento del servizio raccolta rifiuti. Le contestazioni più gravi, ovvero truffa ai danno dello Stato e concussione sono cadute. I fondi, secondo quanto si legge nel provvedimento del Gip di Locri, sono stati gestiti in maniera disordinata, non ci sono illeciti e nessuno ha rubato un centesimo.
Al sindaco di Riace e alla compagna Tesfahun Lemlem (raggiunta da un avviso di divieto di dimora) è contestato l’avvio forzato delle procedure per consentire ad alcune ragazze di rimanere nel nostro paese mediante matrimoni combinati. Non si conosce il numero di episodi contestati. Repubblica riferisce che nella nota del procuratore di Lodi si legge di una conversazione in cui il sindaco parla di matrimonio per una ragazza nigeriana a cui era stato negato l’asilo. Per quanto riguarda il servizio raccolta rifiuti invece è contestato l’affidamento diretto a due cooperative sociali non inserite nel registro regionale, in deroga alle norme che prevedono oltre a questa iscrizione anche l’indizione di una gara.
Le proteste contro l’arresto
Attivisti e cittadini calabresi hanno reagito con stupore alla notizia dell’arresto del sindaco di Riace, qualcuno ha scritto: «Cosa si contesta, il reato di umanità?». Sabato prossimo a Riace si terrà una manifestazione di sostegno al sindaco Mimmo Lucano: «Riace non si arresta». Il modello Riace è esemplare, i migranti vivono nelle case disabitate che sono state concesse in comodato d’uso gratuito, i soldi del Ministero sono girate alle cooperative e tramite “borse lavoro” viene assicurato un piccolo stipendio a migranti, profughi e richiedenti asilo. Questi “buoni” possono essere utilizzati negli esercizi commerciali convenzionati, e ne hanno usufruito gli ospiti dello Sprar e chi ha deciso di rimanere a vivere a Riace.
Domenico Lucano ha sempre detto che l’accoglienza e l’immigrazione sono sono fenomeni a tempo determinato e il piccolo paese, ormai abbandonato dagli abitanti originari, era tornato a popolarsi. Inoltre questi progetti hanno permesso l’assunzione di mediatori culturali del posto.
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