Tumore al polmone: il peperoncino può rallentare la malattia
Da Redazione
Aprile 11, 2019
Tra i ricercatori, uno degli obiettivi più grandi è quello di trovare una risposta al tumore e a tutte le suo complessità. Negli anni moltissimi sono stati i passi da gigante nel campo medico per quanto riguarda cure e conoscenza del cancro, ma non abbastanza poiché tanti sono ancora i casi per i quali non si trovano soluzioni soddisfacenti. Alcune buone notizie, però, arrivano da sostanze naturali che tutti conosciamo, in grado di rallentare le metastasi. Uno di questi, incredibile ma vero è il peperoncino.
I ricercatori, infatti, attraverso numerosi studi hanno individuato nel peperoncino una funzionalità anticancerogena, grazie ad una sostanza in esso contenuta. Questa riesce, soprattutto nei casi di tumore ai polmoni o al pancreas, a rallentare il processo delle metastasi e ad uccidere le cellule tumorali senza intaccare le cellule sane nell’organismo.
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Tutto quello che c’è da sapere sul peperoncino
Il peperoncino, molto conosciuto e utilizzato, soprattutto in alcune regioni italiane, è il frutto derivante dalla pianta Caspicum annuum. La caratteristica del peperoncino è sicuramente la sua nota piccante, che dà quel tocco in più ai piatti.
Questa spezia è molto utilizzata in cucina, sia fresco che tritato, il peperoncino dona un sapore unico alle pietanze. Ovviamente, l preferenza cambia da persona a persona, dato il particolare sapore, ma una cosa è certa, seppur non amato da molti, il peperoncino contiene moltissime proprietà e apporta moltissimi benefici all’organismo.
Il peperoncino, una volta assunto, va a favorire la secrezione dei succhi gastrici e per questo ci aiuta a digerire meglio, aiuta l’apparato circolatorio poiché è vasodilatatore anticolesterolo e quindi un eccellente cardioprotettivo naturale. Questa funzione è possibile grazie ai semi che contengono acidi grassi insaturi che aiutano le vene a rinforzarsi.
Inoltre, il peperoncino a delle proprietà antifiammatorie ed è consigliato, infatti, quando si ha tosse e raffreddori. Basta semplicemente bere una tazza di latte caldo con l’aggiunta di un po’ di miele e un pizzico di peperoncino per ottenere da subito grande giovamento alle vie respiratorie.
Il peperoncino è caratterizzato da una particolare sostanza, che gli conferisce appunto il sapore piccante, che è la capsaicina. Questa, insieme alle vitamine E e C sono degli attimi alleati naturali nella serrata lotta contro il cancro.
Cos’è la capsaicina e come va ad agire
La capsaicina è definito come composto chimico caratterizzante piante del genere Capsicum, come ad esempio proprio il peperoncino piccante. Questa è una sostanza organica incredibilmente stabile e mantiene il suo stato inalterato per lungo tempo.
La capsaicina venne scoperta da P.A. Bucholtz nel 1816 e nel 1978 Endre Hogyes, ottenendo la capsaicina in cristalli, riuscì a dimostrare che questo alcaloide era in grado di andare a stimolare sia le mucose della bocca che quelle dello stomaco, attraverso la produzione dei succhi gastrici.
Come detto in precedenza, la capsaicina ha una azione molto irritante e viene ad esempio utilizzata nei gas lacrimogeni. E’ una sostanza molto irritante per tutti i mammiferi, quindi anche per l’uomo, e va a stimolare i recettori VR1 che, a loro volta, vanno ad attivare la proteina denominata VRL-1.
Questa sostanza, essendo altamente irritabile, potrebbe causare addirittura emorroidi e una forte sensazione di bruciore sia nell’ano che nella bocca. Questa sensazione può essere debellata bevendo un bicchiere di latte intero, un cucchiaino di olio o mangiando un cucchiaino di zucchero. Anche mangiare la mollica del pane ci aita a togliere la sensazione del piccante. Inutile, invece, bere un bicchiere d’acqua, errore che commettono in molti poiché la capsaicina non è solubile in essa,
La capsaicina è molto utile per sconfiggere le cellule tumorali poiché le molecole al suo interno, le vanilloidi, vanno ad attaccare letteralmente i mitocondri attaccandosi alle loro proteine. In questo modo, la capsaicina provoca la morte delle cellule tumorali senza intaccare, però, le cellule sane e funzionanti.
Le molecole della capsaicina vanno a riconoscere le cellule malate e tumorali poiché il loro meccanismo biochimico si va a differenziare da quello delle cellule sane. Quindi la capsaicina riesce ad intuire quale cellule sono malate e va ad agire su di esse.
Lo studio su benefici della capsaicina
Negli anni, molti sono stati gli studi effettuati sulla capsaicina e i suoi effetti e molti sono stati i pareri discordanti da parte della comunità scientifica. Uno studio recente, però, è stato effettuato dai ricercatori dell’Università della California in collaborazione con lo staff dell’ospedale Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles.
Questi hanno dimostrato, appunto, come la capsaicina vada ad attivare l’uccisione delle cellule tumorali o addirittura al suicidio cellulare, definito in termini scientifici fenomeno della apoptosi. I ricercatori hanno illustrato come questa sostanza vada ad agire in maniera positiva sull’80% delle cellule tumorali. Lo studio di un caso di cancro alla prostata ha rilevato come il volume della massa tumorale si sia ridotto di ben cinque volte rispetto ad altri casi analoghi, ma non trattati con la somministrazione della sostanza.
Dallo studio effettuato dagli scienziati americani è emerso che una persona che ha un peso di circa 90 chili dovrebbe assumere, almeno per tre volte alla settimana, un totale di 400 milligrammi di capsaicina. Il numero potrebbe tradursi, quindi dai tre agli otto peperoncini a settimana, in base ovviamente alla grandezza. La varietà di peperoncino nella quale c’è un’alta presenza di capsaicina è sicuramente quella de l’Habanero, che risulta essere infatti, uno dei più piccanti.
L’Habanero viene classificato uno dei più piccanti anche secondo la scala di Scoville, che attesta appunto il grado di piccantezza nei peperoncini. L’Habanero è uno dei pochi peperoncini che contiene ben 300.000 unità di capsaicina e per questo motivo che risulta così fortemente irritabile.
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