Texprint: azienda di Prato indagata per sfruttamento dei lavoratori
Da Redazione
Marzo 18, 2022
A Prato, i vertici della Texprint sono indagati per sfruttamento dei lavoratori in stato di bisogno: a rendere noti gli eventi è il sindacato Sì Cobas che segue la causa già da diversi mesi, da quando i lavoratori presentarono denuncia e scioperarono per le condizioni di sfruttamento quattordici mesi fa.
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Texprint: che cosa è successo?
All’inizio del 2021, dieci ex lavoratori della stamperia tessile, Texprint, a conduzione cinese denunciano condizioni di sfruttamento di manodopera in condizioni di necessità e di mancato rispetto dei contratti lavorativi; i lavoratori affermano di essere sottoposti ad orari massacranti, con turni di dodici ore al giorno per tutti e sette i giorni della settimana, senza giorni di riposo e con lavoratori senza regolare contratto. Le denunce non accolte dalle istituzioni e respinte dai vertici dell’azienda Zhang Yin, Hohg Bo e Zhang Sang portano i lavoratori a scioperare.
Lo sciopero dei dipendenti
Dopo otto mesi di presidio ai cancelli della fabbrica a Prato, in via Sabadell, i dieci ex-dipendenti, nel settembre 2021 decisero di spostare lo sciopero dai cancelli della fabbrica alla piazza del comune siccome fino a quel momento non erano mai stati ascoltati. “8×5” è il loro slogan, indicando le otto ore di lavoro, per cinque giorni settimanali, in cui da contratto dovrebbero lavorare; iniziano così uno sciopero della fame a cui partecipano Sarah Caudiero e Luca Toscano esponenti del sindacato Si Cobas.
“L’unica risposta da parte delle istituzioni è stata multarci per occupazione di suolo pubblico” dichiarano i sindacalisti, “Stiamo solo cercando di chiedere al sindaco maggiore attenzione per queste persone che da anni lavorano in Italia e versano contribuiti, senza però essere mai stati aiutati ed ascoltati da quando sono iniziati i problemi sul lavoro.” Sono molti altri i lavoratori delle fabbriche nel macrolotto che nel mentre si uniscono allo sciopero, denunciando sempre le stesse problematiche di sfruttamento. Ai cancelli della Texprint i vertici dell’azienda provano a rimuovere gli striscioni affissi dagli scioperanti e qui si verificano anche casi di aggressione da parte di Zhang Sang nei confronti dei lavoratori. Sang, nell’azienda risulta semplicemente un lavoratore, ma in realtà è lui che intrattiene maggiormente i rapporti con i dipendenti e le autorità; è proprio la sua presenza che fa scattare le indagini sugli sfruttamenti in fabbrica, a causa di un suo coinvolgimento in un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Milano.
Le svolta nel caso Texprint
Dopo lo sciopero e le indagini, inizia a muoversi qualcosa: i primi tre licenziati dalla stamperia vengono reintegrati dal giudice del lavoro, lavorando effettivamente otto ore al giorno per cinque giorni alla settimana, vengono però spostati nel reparto campionatura in cui ci sono solo loro senza avere contatti con altri dipendenti. Il prossimo 31 marzo, avrà finalmente luogo un’altra udienza davanti al giudice per decidere le sorti degli altri 15 dipendenti licenziati.
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