Sanremo 2023, “Due Vite” di Marco Mengoni: testo e significato
Da Redazione
Febbraio 10, 2023
Marco Mengoni conquista il pubblico di Sanremo 2023 con il brano “Due Vite” e la sua magistrale esecuzione: testo e significato della canzone.
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Saneremo 2023, “Due Vite” di Marco Mengoni
Marco Mengoni torna sul palco del Teatro Ariston di Sanremo dopo esattamente 10 anni dalla sua prima vittoria del Festival con la canzone “L’essenziale”, che ha segnato l’inizio di una carriera brillante.
Il cantante di “Due Vite”, infatti, sale sullo stesso palco di un decennio fa con ben 67 dischi di platino, concerti sold-out nelle arene e negli stadi, nonché il vanto di essere stato l’artista più ascoltato nelle radio italiane e in televisione del 2022.
Marco Mengoni ha scritto il testo di “Due Vite” con Davide Petrella e Davide Simonetta: si tratta di una ballad dalla struttura non classica, il cui arrangiamento è stato curato dallo stesso Mengoni.
Testo di “Due Vite” di Marco Mengoni
Di seguito il testo di “Due vite”, di Marco Mengoni.
[Strofa 1]
Siamo i soli svegli in tutto l’universo
E non conosco ancora bene il tuo deserto
Forse è in un posto del mio cuore dove il sole è sempre spento
Dove a volte ti perdo, ma se voglio ti prendo
Siamo fermi in un tempo così, che solleva le strade
Con il cielo ad un passo da qui, siamo i mostri e le fate
Dovrei telefonarti, dirti le cose che sento
Ma ho finito le scuse e non ho più difese
[Pre-Ritornello 1]
Siamo un libro sul pavimento in una casa vuota chе sembra la nostra
Il caffè col limone contro l’hangover, sеmbri una foto mossa
E ci siamo fottuti ancora una notte fuori un locale
E meno male
[Ritornello]
Se questa è l’ultima canzone e poi la luna esploderà
Sarò lì a dirti che sbagli, ti sbagli e lo sai
Qui non arriva la musica
E tu non dormi
E dove sarai? Dove vai quando la vita poi esagera
Tutte le corse, gli schiaffi, gli sbagli che fai
Quando qualcosa ti agita
Tanto lo so che tu non dormi, dormi, dormi, dormi, dormi mai
Che giri fanno due vite
[Strofa 2]
Siamo i soli svegli in tutto l’universo
A gridare un po’ di rabbia sopra un tetto
Che nessuno si sente così
Che nessuno li guarda più i film
I fiori nella tua camera
La mia maglia metallica
[Pre-Ritornello 2]
Siamo un libro sul pavimento in una casa vuota che sembra la nostra
Persi tra le persone, quante parole senza mai una risposta
E ci siamo fottuti ancora una notte fuori un locale
E meno male
[Ritornello]
Se questa è l’ultima canzone e poi la luna esploderà
Sarò lì a dirti che sbagli, ti sbagli e lo sai
Qui non arriva la musica
E tu non dormi
E dove sarai? Dove vai quando la vita poi esagera
Tutte le corse, gli schiaffi, gli sbagli che fai
Quando qualcosa ti agita
Tanto lo so che tu non dormi
[Bridge]
Spegni la luce anche se non ti va
Restiamo al buio avvolti, solo dal suono della voce
Al di là della follia che balla in tutte le cose
Due vite guarda che disordine
[Ritornello]
Se questa è l’ultima canzone (Canzone e poi la luna esploderà)
Sarò lì a dirti che sbagli, ti sbagli e lo sai
Qui non arriva la musica
Tanto lo so che tu non dormi, dormi, dormi, dormi, dormi mai
Che giri fanno due vite
[Outro]
Due vite
Significato di “Due Vite”: un viaggio attraverso se stessi
Marco Mengoni porta a Sanremo “Due Vite” e spiega: «Torno a Sanremo con una canzone che racconta molto di me in questo momento, è un viaggio intimo ma anche un invito a tutti noi ad accettare tutto quello che la vita ci offre, senza pensare a cosa dovrebbe o potrebbe essere. Tutto quello viviamo ci serve per crescere, anche i momenti di noia ci insegnano molto e ci fanno evolvere».
L’artista dipinge attraverso il testo immagini di vita vissuta, gesti quotidiani ma dal grande valore evocativo (Siamo un libro sul pavimento in una casa vuota che sembra la nostra), attraverso cui racconta dell’intreccio di due vite che però sono la stessa.
Infatti, le due vite di cui scrive Mengoni sono da un lato quella fatta di eventi e azioni, e dall’altro quella delle emozioni e dell’inconscio. Il dialogo che l’artista intrattiene attraverso la canzone è proprio con quest’ultima, e scrive: “non conosco ancora bene il tuo deserto, forse è in un posto del mio cuore dove il sole è sempre spento”; e ancora invoglia se stesso a godersi ogni momento: “sarò lì a dirti che sbagli, ti sbagli e lo sai, qui non arriva la musica”; e infine: “Due vite guarda che disordine”.
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