Esenzione ticket sanitario: detrazioni per fasce di reddito, chi non deve pagarlo?
Da Redazione
Aprile 04, 2017
Rivoluzione nel settore sanità con le nuove direttive che riguardano il ticket sanitario. Domani il ministro della Salute Beatrice Lorenzin incontrerà le Regioni per discutere sull’abolizione del ticket. La Lorenzin, come riporta Adnkronos, ha dichiarato apertamente che tra Nord e Sud vi è una “disparità spaventosa” sugli importi delle tasse per le prestazioni sanitarie e si è soffermata sulle lunghe liste di attesa. Il ministro vorrebbe applicare una “sana” spending review nel settore sanità e in questo ambito si aggiunge la decisione di abolire il ticket.
Il ticket sanitario è stato introdotto nel 1982, al giorno d’oggi si paga per prestazioni specialistiche, di pronto soccorso, farmaceutiche e cure termali. Le Regioni hanno sempre avuto una certa autonomia nella scelta dell’introduzione o meno di questa tassa. Le categorie di pazienti affette da patologie e malattie sono già esenti dal pagamento del ticket. La lista completa è disponibile sul sito del Ministero della Salute e il cittadino deve recarsi presso l’Asl competente per territorio per chiedere il riconoscimento del diritto all’esenzione ticket. La norma prevede altri casi legati alle situazioni di reddito, la condizione sociale, stato di invalidità, diagnosi precoce di tumori, HIV e anche la gravidanza.
L’importo del ticket ha un tetto massimo di 36,15 euro per ricetta, tranne in Friuli Venezia Giulia e Lombardia (36 euro), Sardegna (46,15 euro) e Calabria (45 euro). La tariffa è quella delle prestazioni indicate a cui si aggiungono eventuali quote di partecipazione e quota fissa di 10 euro. Dal 1° gennaio 2007 la legge ha introdotto il ticket sanitario per gli interventi di pronto soccorso segnalati con “codice bianco”, ovvero non urgenti tranne per i traumi e gli avvelenamenti. Tuttavia il colore del codice varia nelle regioni, per esempio in Toscana è “azzurro”.
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