Vesuvio in fiamme, primi arresti: roghi dolosi, la bufala degli animali vivi
Da Redazione
Luglio 13, 2017
Incendio sul Vesuvio, arriva l’Esercito. La Forestale spiega che i roghi sono dolosi e non si può parlare di autocombustione
Ancora emergenza sul Vesuvio dove è intervenuto anche l’Esercito impegnato nell’operazione Strade Sicure. Il vulcano che sovrasta la città di Napoli brucia dallo scorso sabato nonostante gli sforzi di Vigili del Fuoco e Protezione civile che hanno impiegato tutti i mezzi e le unità a disposizione. La situazione non migliora nemmeno con i canadair e gli elicotteri, decine gli ettari di bosco e vegetazione in fiamme sul Vesuvio, difficili da domare perché alimentate dal vento, una situazione simile a quella della Sicilia.
Sono tre i fronti dell’incendio: Ercolano, Torre del Greco-Boscoreale e Terzigno. Danni nell’area del Parco del Vesuvio, e nelle riserve naturali degli Astroni e Positano. Piccoli focolai sono stati avvistati anche a Napoli città mentre ormai è certo che la natura dell’incendio sul Vesuvio è dolosa. Le procure infatti indagano per incendio doloso a carico di ignoti. Il Ministro dell’Ambiente ha annunciato che i colpevoli verranno arrestati e sono già scattati i primi provvedimenti a carico di coltivatori diretti in zone che non sono quelle dell’incendio principale. Gli uomini avevano appiccato piccoli roghi e sono stati fermati in flagranza di reato.
L’autocombustione non è la causa dell’incendio sul Vesuvio: quella degli animali vivi è una bufala
È stata smentita dalla Forestale la notizia che parlava dell’utilizzo di animali vivi come esche per appiccare gli incendi. Il generale dei Carabinieri forestali della Campania ha escluso l’autocombustione dopo una verifica sulle zone interessate dall’incendio. Il fumo del Vesuvio è così denso che qualcuno aveva ipotizzato un’eruzione ma è un fuoco di cima e non di terra. La siccità ha inaridito la vegetazione sul vulcano rendendola altamente infiammabile. Come ha spiegato il Generale al Corriere della Sera, un bosco si infiamma da solo ai tropici, non in Italia e ha annunciato che sono stati trovati gli inneschi, molti dei quali nel fitto della boscaglia. I piromani del Vesuvio però non sono allevatori o agricoltori come quelli che sono stati fermati, sul vulcano non c’è attività di pastorizia. L’ipotesi è che si tratti di una ‘risposta’ alla lotta contro l’abusivismo edilizio sul Vesuvio. Già lo scorso anno si era verificata la stessa situazione con 200 ettari andati in fumo.
Articolo precedente
Postepay bloccata via SMS, la truffa dell’estate 2017
Articolo successivo
Povertà, i dati Istat fotografano l’Italia: 4,7 milioni di persone in difficoltà
Redazione