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Alcol: bere 5-6 bicchieri a settimana porta alla morte

Da Redazione

Aprile 13, 2018

Alcol: bere 5-6 bicchieri a settimana porta alla morte
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Il consumo di troppo alcol porta alla morte, stando ad una ricerca di un gruppo internazionale di ricercatori, pubblicato sulla rivista Lancet.

Pare che ci siano uno-due anni di vita in meno per chi assume mediamente 200-350 grammi di alcol a settimana, e quattro-cinque anni per chi va oltre i 350 grammi settimanali, circa 18 bicchieri in 7 giorni.

Gli effetti negativi per la vita lunga tentennano quando il consumo settimanale supera i 100 grammi, una quantità che è uguale grosso modo a cinque o sei bicchieri di vino (di gradazione alcolica media), al di sotto alla soglia raccomandata in molti paesi, come Stati Uniti, Portogallo, Spagna e la stessa Italia.

Alcol: meno de bevi piu’ mangi

E non è soltanto una questione di vita, perchè consumare più alcol del dovuto ha effetti anche sulla qualità della vita: il suo eccesso può portate allo sviluppo di patologie cardiovascolari, come ictus e insufficienza cardiaca. Per la ricerca, il team di esperti ha esaminato 83 studi condotti in 19 paesi, per un totale di quasi 600mila dati di consumatori di alcol, nessuno dei quali soffriva già di malattie cardiovascolari.

Dan G. Blazer, della Duke University (Usa) e co-autore dello studio ha spiegato che “La nostra analisi dimostra che bere alcolici a livelli ritenuti sicuri è in realtà legato a una minore aspettativa di vita e a diversi effetti negativi sulla salute”.

La metà dei consumatori assumeva più di 100 grammi di alcol settimanali, e l’8,4% è andato oltre i 350 grammi. Gli esperti della ricerca mettono in evidenza che le varie relazioni tra assunzione di alcol e vari tipi di malattie cardiovascolari potrebbero essere chiarite, almeno in parte, dall’effetto del consumo di alcol sulla pressione sanguigna.

Alcol: l’esito e i limiti dello studio

Questo studio fornisce prove evidenti a sostegno dell’abbassamento dei limiti raccomandati di consumo di alcolici in molti paesi del mondo“, sottolinea Edoardo Casiglia, professore di Medicina interna all’università di Padova e co-autore dello studio.

Ci sono però, secondo gli autori, alcuni limiti nello studio: ad esempio l’intervallo di tempo in cui i partecipanti sono stati reclutati tra il 1964 e il 2010, o l’assenza dell’esame in merito agli effetti del consumo di alcol nel corso della vita.

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