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Bar e ristoranti, c’è limite ai prezzi?

Da Redazione

Settembre 14, 2017

Bar e ristoranti, c’è limite ai prezzi?
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Scontrini al centro della polemica: dopo il sovrapprezzo sulla pizza per averla “ben cotta” a Savona, ha fatto notizia il caso della coppia che a Bergamo si è vista chiedere 5 euro per un bicchiere d’acqua, poiché – ha detto loro il titolare – in “orario da aperitivo”.

È lecito che in bar e ristoranti il prezzo di un semplice bicchiere d’acqua cambi in base all’orario? Fino a che punto gli esercenti possono alzare i prezzi, anche per servizi così basici?

Domande che stanno facendo il giro del web. Cosa dice la legge a riguardo? Proviamo a dare qualche risposta.

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Ci sono limiti ai prezzi?

No, la legge non impone limiti minimi e massimi. Solo il buon senso li impone. Di solito, i titolari di bar e ristoranti si attengono alle tariffe stabilite dalle rispettive associazioni di categoria. Com’è ovvio, i prezzi possono variare in base alla località: anche se si tratta di una semplice colazione o di una pizza margherita, è impensabile pensare che il prezzo sia lo stesso in periferia come in un centro di villeggiatura. Gli esercenti, in ogni caso, hanno l’obbligo di mettere a conoscenza il cliente circa il costo di piatti, bevande e voci aggiuntive, come coperto e servizio al tavolo. Che si tratti di un pasto completo, o di un semplice bicchiere versato dall’erogatore acqua al bar.

I prezzi devono essere esposti?

Sì. In ogni bar dev’essere esposta una tabella con i prezzi in un posto ben visibile. Per quanto riguarda pizzerie, trattorie e ristoranti, invece, l’obbligo è di esporre i prezzi anche fuori dal locale, in modo che i clienti possano decidere prima se entrare o meno. Non ci sono deroghe né eccezioni, anche per quanto riguarda la pubblicità delle tariffe di servizio aggiuntive, che devono essere facilmente e chiaramente comprensibili dal pubblico per avere informazioni corrette e complete, evitando così equivoci o spiacevoli “sorprese” al momento di pagare il conto.

Come comportarsi in caso di abusi?

Il cliente che si ritiene danneggiato o vittima di una scorrettezza può chiamare la Polizia municipale o contattare la Guardia di Finanza, che ha un’apposita linea di pronto intervento al 117. Nei casi più gravi – che talvolta sfociano nel reato di truffa – è anche possibile presentare una querela formale. Baristi e ristoratori che non espongono in modo ben visibile le tariffe o non presentano il menù con indicati tutti i prezzi sono sanzionabili con multe da 308 euro a violazione (1032 euro per i furgoncini ambulanti di street food). In caso di abusi, meglio contattare i vigili e chiarire subito la questione: il cliente che non paga dopo aver ricevuto quanto richiesto, anche se ritiene di essere nel giusto, si espone a querela per insolvenza fraudolenta.

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