Batterio mangiacarne, muore bimbo di 8 anni a Roma
Da Redazione
Gennaio 26, 2018
Un bimbo a Roma dopo esser caduto dalla bici e aver riportato una ferita all’inguine, è morto dopo una settimana a causa di una tremenda infezione chiamata fascite necrotizzante provocata dal cosiddetto batterio mangiacarne.
La storia del bimbo morto per i batteri mangiacarne
Liam Flanagan è morto domenica 21 gennaio dopo che i medici hanno fatto il possibile salvarlo. Nonostante la somministrazione di farmaci e l’amputazione degli arti per non far allargare l’infezione, non c’è stato nulla da fare per il piccolo.
Secondo il racconto della madre, il bambino era caduto mentre giocava con la bici e aveva riportato una profonda ferita all’inguine con il manubrio. La donna aveva subito portato il piccolo in ospedale, dove la ferita era stata ricucita con 7 punti, rimandando subito il bimbo a casa. Tuttavia il dolore proveniente dalla ferita non accennava a placare…ovviamente perché si era infettata.
Sarah Hebard, madre del piccolo ha così portato nuovamente suo figlio in ospedale, dove gli è stata diagnosticata una fascite necrotizzante provocata dal batterio mangiacarne, che attacca il tessuto connettivo del corpo umano. Prima tendono a formarsi delle vescicole e delle bolle nella zona della ferita, in seguito comincia la necrosi dei tessuti, fino a provocare uno choc settico che conduce alla morte.
Lo sfogo della mamma di Liam
L’infezione può essere provocata da vari tipi di batteri, tra cui lo streptococco, E.coli, Staphylococcus aureus, Aeromonas hydrophila, Clostridium e Klebsiella.
Se il medico se ne accorge in tempo, la terapia mirata sarà a base antibiotica e nel peggiore dei casi di ricorre alla chirurgia riducendo il tasso di mortalità di circa il 30% per i pazienti.
Liam non è stato fortunato ed è morto dopo 8 giorni di agonia. Per questo la mamma ha deciso di raccontare tutto al Daily Mail (dal momento che lei è americana). Questo lo sfogo:
“Quasi tutta la parte destra di mio figlio era sparita e i medici continuavano a tagliare e a sperare. Voglio che i genitori siano vigili su tagli , sporco, ferite e sul processo di guarigione dopo i punti perché non voglio che una cosa così terribile capiti ad altri bambini”.
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