Buoni pasto rifiutati, la crisi di Qui Ticket
Da Redazione
Luglio 06, 2018
È aumentato lo spettro di utilizzo dei buoni pasto, la crisi di QUI ticket infatti non spaventa il governo ma c’è il rischio che gli esercenti li rifiutino. Scopiamo insieme le modifiche alla normativa dei buoni pasto.
Crisi Qui Ticket e buoni pasto rifiutati
Non si fermano le polemiche sul caso Qui Ticket e buoni pasto rifiutati. L’azienda non è certo l’ultima che si è imposta sul mercato, ecco perché la crisi di liquidità del colosso del settore mette in agitazione l’intero comparto. Qui Ticket ha decido di sospendere i rimborsi dei buoni pasto, per i commercianti è rischioso accettarli mentre chi li possiede non può utilizzarli.
Gli esercizi commerciali non accettano più buoni pasto? Le ultime notizie sono positive, il governo infatti ha aumentato lo spettro di utilizzo estendendolo ai mercati, agli agriturismi, agli spacci aziendali, ai bar e ai ristoranti. Il mercato dei ticket continua ad essere uno dei più fiorenti, con 3-4 buoni utilizzati per volta. Luca Palermo, amministratore delegato della società che emette i Ticket Restaurant non ha nascosto la crisi ma ha anche parlato del settore che è in evoluzione.
Le regole sui buoni pasto
Secondo le nuove norme i buoni pasto non si possono cedere, inoltre non sono commercializzabili, cumulabili o convertibili i denaro. Inoltre i ticket non possono essere usati per fare la spesa al supermercato o per pagare la cena al ristorante nel weekend. Tutto questo indipendentemente dal caso di Qui Ticket. Rispetto al passato ci sono molte più restrizioni, i buoni pasto restano sempre destinati ai lavoratori subordinati, sia a tempo pieno che a tempo parziale, anche se il contratto non prevede una pausa pranzo. A questo punto si corre il rischio di una reazione a catena, e per scongiurarla le aziende potrebbero chiedere maggiore solvibilità delle garanzie depositate.
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