Cervello degli anziani: come quello dei giovani produce nuovi neuroni
Da Redazione
Aprile 06, 2018
Il cervello degli anziani? Non avanza con l’età. Sì, contrariamente a quanto si pensava il cervello anche con l’anzianità, continua a rigenerarsi come quello giovane, in quanto produce nuovi neuroni.
Il cervello degli anziani non invecchia: lo studio
La cosa è stata dimostrata per la prima volta nell’uomo grazie alla ricerca della Columbia University, coordinata dall’italiana Maura Boldrini.
Quest’ultima ha dichiarato «Il nostro cervello continua a produrre nuovi neuroni per tutta la vita, e questa è una capacità unica dell’uomo, assente nei roditori e nei primati. I nuovi neuroni nell’ippocampo sono necessari per la memoria e per la risposta emotiva allo stress; con uno stile di vita sano, un ambiente stimolante, interazioni sociali ed esercizio, possiamo mantenere sani e funzionanti i nostri neuroni, e contribuire ad un invecchiamento sano».
Il cervello degli anziani resta giovane: un nuovo modo di concepire l’attività cerebrale?
Ecco dunque che cambiano le prospettive sull’attività cerebrale: se prima si pensava che un cervello adulto non andasse a produrre più nuovi neuroni, adesso è stato dimostrato il contrario. Si è infatti evidenziato che gli anziani sono emotivamente e cognitivamente più capaci producendo migliaia di nuovi neuroni, al pari dei giovani. Anzi, nel loro cervello il volume della struttura che dirige le emozioni, chiamata ippocampo, equivale a quello classico di un cervello giovane. Unica differenza è la vascolarizzazione, meno diffusa nel cervello anziano.
La ricerca ha battuto molto sulle caratteristiche osservate dal tessuto cerebrale di 28 individui morti improvvisamente in età comprese fra 14 e 79 anni. Si è visto così che, mentre le cellule progenitrici dei neuroni e i neuroni immaturi sono i medesimi sia nel cervello di giovani che in quello degli anziani, le differenze sono invece nei vasi sanguigni, più rari negli anziani.
In questi ultimi è meno presente persino una minor quantità della proteina che regola la plasticità dell’ippocampo, chiamata Psa-Ncam. Di qui l’idea che questi due fattori siano responsabili della inferiore capacità di recupero tipica dell’età avanzata.
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