Colesterolo alto, alimentazione e dieta: 4 cibi per abbassarlo
Da Redazione
Aprile 24, 2019
Il colesterolo alto è una malattia che affligge moltissime persone. I parametri della patologia negli anni sono notevolmente cambiati, a partire dall’età di chi ne viene colpito. Il colesterolo sta interessando sempre di più anche giovani e giovanissimi. Si tratta di un disturbo che può essere tenuto sotto controllo, sottoponendosi a periodiche analisi del sangue e cambiando il proprio stile di vita. Una regolare attività fisica e una dieta equilibrata giocano un ruolo chiave nella diminuzione del colesterolo alto. In particolare l’alimentazione è la chiave di volta per mantenere i valori entro dei limiti sicuri. Oggi andremo a vedere 4 cibi che ci permetteranno di abbassare il colesterolo alto e di tenerlo sotto controllo.
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Alimentazione contro il colesterolo: dettagli e informazioni
Il colesterolo alto può essere facilmente tenuto sotto controllo con un’alimentazione sana ed equilibrata, che mantenga i valori entro dei limiti non allarmanti. In particolare ci sono 4 cibi che, per le loro proprietà benefiche, se assunti regolarmente possono diventare alleati preziosissimi nella lotta al colesterolo alto. Parliamo delle noccioline, la soia (contenuta in vari alimenti come il tofu o i legumi), la fibra solubile (contenuta nell’avena e in alcuni frutti, come mele, arance e frutti di bosco) e gli steroli vegetali (che si trovano principalmente nella margarina, nelle noci e nei cereali).
Secondo quanto riportato da CheDonna.it, uno studio condotto dall’Università di Toronto ha dimostrato che assumere regolarmente questi 4 alimenti – per un totale di 2000 calorie – può ridurre il rischio di colesterolo alto del 17%. Non solo, grazie a questa dieta si riducono sia il colesterolo sia trigliceridi e pressione sanguigna. Si abbassa anche la probabilità di contrarre una qualche malattia di tipo coronarico: per chi inizia a seguire questa dieta infatti, nel corso di un decennio la percentuale diminuisce del 13%.
Perché proprio questi 4 alimenti sono così fondamentali nella lotta al colesterolo? Vediamo nel dettaglio:
Noccioline
Noccioline – o noccioline americane – è il nome comune dei semi commestibili prodotti dalla pianta di arachide (Arachis hypogaea), leguminosa erbacea di origine sud americana (della famiglia botanica delle Fabaceae). Sono molto utili nella lotta all’ipercolesterolemia grazie al loro alto contenuto di acidi grassi polinsaturi Omega 6.
Soia
Pianta originaria dell’estremo oriente e coltivata da 5000 anni in Cina, la soia arriva in Occidente tra l’800 ed il 900. Diventa il prodotto di punta nell’agricoltura statunitense durante la seconda guerra mondiale. Ad oggi è coltivata su vasta scala in Cina, Giappone ed Indocina e anche nel sud America e negli Stati Uniti dove le tipologie più produttive di questa pianta sono state manipolate geneticamente in modo da ottenere un prodotto qualitativamente e quantitativamente eccellente. Grazie alle sue proprietà benefiche la soia protegge l’organismo da malattie cardiovascolari, da colesterolo e pressione arteriosa alte, migliorando l’elasticità delle arterie e combattendo i radicali liberi.
Fibra solubile
Presente nell’avena e in alcuni frutti come mele, arance e frutti di bosco. Le fibre, oltre a ridurre il colesterolo alto e l’assorbimento degli acidi grassi hanno altri, svariati benefici: prevengono la stitichezza e le emorroidi; permettono di controllare meglio il peso corporeo; hanno un’importante funzione preventiva nei confronti di alcuni tumori come quello al colon e al retto; riducono il rischio di contrarre il diabete di tipo 2; incrementano il senso di sazietà gastrica.
Steroli vegetali
Contenuti principalmente nella margarina, nelle noci e nei cereali. Hanno note capacità di abbassare il colesterolo alto. La loro struttura chimica è simile a quella del colesterolo ed è per questo che possono competere con esso nell’assorbimento a livello intestinale. I prodotti arricchiti con steroli vegetali hanno quindi dimostrato un effetto positivo per migliorare la salute cardiovascolare, perché sono in grado di aiutare l’organismo nella riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue.
Ipercolesterolemia, sintomi e segnali da tenere sotto controllo
Il colesterolo è una molecola che fa naturalmente parte del nostro organismo e della quale abbiamo bisogno, essendo alla base di alcuni processi base. Questa molecola viene prodotta dal fegato e una parte minore arriva dal cibo. Per essere trasportato dal fegato ai vari organi, il colesterolo ha bisogno delle lipoproteine che si dividono in HDL (il colesterolo buono) e in LDL (quello cattivo).
Quando il colesterolo cattivo LDL è in eccesso, il rischio è quello che si depositi nelle arterie portando alla formazione di placche spesse che limitano il passaggio del sangue. Il pericolo più grande è che, andando avanti con il tempo, potrebbe riuscire a bloccarlo del tutto. Le conseguenze, in questo caso, possono essere molto gravi come infarto, ictus e malattie coronariche. Per tenere sotto controllo il colesterolo ed essere certi che non superi determinati valori considerati pericolosi, basta sottoporsi a periodici controlli dal medico. Il colesterolo alto, infatti, è spesso asintomatico a meno di non essere davvero elevato. In tal caso si possono riscontrare i seguenti sintomi:
- Stanchezza cronica
- Feci liquide
- Mancanza di appetito
- Scarsa memoria
- Depressione
- Dolori alla schiena
- Palpitazioni
- Aumento di peso
- Senso di pesantezza
Se la situazione non è eccessivamente critica si possono abbassare i livelli di colesterolo correggendo il proprio stile di vita. La prima cosa da fare è seguire un regime alimentare sano ed equilibrato evitando cibi saturi di grassi, confezionati, riducendo il consumo di alcol ecc. Come abbiamo visto sopra ci sono 4 alimenti che se assunti regolarmente possono diventare validi alleati nella lotta al colesterolo alto: noccioline, soia, fibre solubili e steroli vegetali. Bisogna tenere a mente che ci sono certi soggetti particolarmente predisposti al colesterolo alto, a causa della storia e dell’anamnesi familiare. Dato che i valori considerati pericolosi variano da persona a persona è sempre bene discutere una strategia terapeutica con il proprio medico.
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