Coronavirus, le misure del nuovo decreto: chiusa la Lombardia e 11 province
Da Redazione
Marzo 08, 2020
La realtà relativa al Coronavirus è diventata incredibilmente preoccupante all’interno del contesto italiano, tanto che è stato necessario – attraverso un nuovo decreto da parte del governo – di porre un freno al dilagare dei contagi che, secondo gli ultimi aggiornamenti della Protezione Civile, hanno superato le 5000 unità in tutta Italia. Data la crescente e pericolosa situazione italiana, che mostra la maggior parte dei suoi casi in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, è stata disposta la chiusura per quarantena in tutta la regione del Nord Italia, oltre che per 11 province italiane. Si tratta di misure nazionali di contenimento da adottare in maniera inderogabile dall’8 marzo al 3 aprile, e comunicate inizialmente attraverso la bozza del decreto stesso – la cui diffusione è stata denunciata dal Premier Conte -, poi confermate dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
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Il bollettino medico riguardante la situazione in Italia in merito al Coronavirus mostra dati che, per alcune regioni, province e città italiane è incredibilmente preoccupante. Seguendo la dinamica di aggiornamento giornaliero, intorno alle 18 del 7 marzo del 2020 il Commissario straordinario di governo per l’emergenza virus “Nuovo coronavirus 2019-nCoV” Angelo Borrelli ha comunicato in conferenza stampa i dati relativi al contagio, alle vittime e ai pazienti guariti da Coronavirus.
L’aumento dei contagiati è stato piuttosto preoccupante, nonostante il chiarimento di Angelo Borrelli che ha spiegato come circa 300 casi siano stati comunicati tardivamente e quindi inseriti nel novero dei nuovi pazienti contagiati, e ha riguardato un aumento del 29,24% dei pazienti contagiati. Da 3916 contagiati del 6 marzo 2020 si è passati, secondo le indicazioni della Protezione Civile, a 5061 pazienti totali che siano stati contagiati da COVID-19. Quanto al numero delle vittime, invece, l’aumento ha portato da 197 a 233 casi di decessi (+18,27%), con numeri che hanno interessato anche 60enni e non solo over 70. Il numero dei pazienti guariti da Coronavirus è di 589, dopo l’aumento del 12,62% dai 523 del 6 marzo 2020.
Il capo della Protezione Civile ha ritenuto opportuno chiarire quale sia e debba essere il ruolo della popolazione italiana in merito al Coronavirus: “Per vincere il virus dobbiamo cambiare modo di vivere. No ad atteggiamenti superficiali. Serve grande attenzione e consapevolezza da parte di tutti”. Silvio Brusaferro (Iss) ha, invece, aggiunto: “Gli anziani, in virtù della loro fragilità, assumano un comportamento di protezione e si muovano meno possibile. Se devono muoversi evitino luoghi affollati e soprattutto non si rechino in sale di attese di studi medici, pronto soccorso o altri luoghi dove avvengono contatti stretti. Chi ha dispnea e febbre, specie se in età avanzata, chiami il proprio medico e chieda assistenza. Sono i due sintomi più frequenti per le persone che vanno incontro a decesso”.
Al fine di fronteggiare i dati sempre più crescenti che sono relativi al numero di contagi e di decessi per Coronavirus, è stato necessario l’intervento governativo in quelle zone che sono a particolare rischio contagio. La situazione sanitaria in Lombardia è stata indicata come incredibilmente preoccupante, a causa della difficoltà di rimediare posti letto in strutture ospedaliere e soprattutto in terapia intensiva; la finalità del nuovo decreto del governo sul Coronavirus risulta, dunque, essere quella di porre un freno al gran numero di contagi – soprattutto in contemporanea – che potrebbero portare ad un’implosione delle strutture sanitarie lombarde e non solo.
Firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e sottoscritto dal Ministero dalla Salute, il decreto del governo sul Coronavirus sancisce, secondo quanto è stato letto dalla bozza diffusa inizialmente, all’articolo 1, Misure urgenti di contenimento del contagio nella regione Lombardia e nelle province di Province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini; Pesaro e Urbino; Venezia,
Padova, Treviso; Asti e Alessandria.
La necessità di estendere le zone rosse rispetto a quelle inizialmente predisposte è stata sancita da un intervento comune dei Presidenti delle Regioni e delle Province sopraccitate, che hanno concordato circa l’intervento necessario di un’azione governativa che potesse stabilire la chiusura per quarantena della Lombardia tutta e delle 11 province sopraccitate. La quarantena avrà effetto immediato e inderogabile, e vedrà l’azione di contenimento cautelare dall’8 marzo al 3 aprile. Gli abitanti delle 11 province e della Lombardia non potranno abbandonare le province stesse e la regione.
La bozza decreto del governo – poi confermata nella notte dell’8 marzo del 2020 – prevede, al di là dell’articolo 1 che sancisce la chiusura della Lombardia e delle 11 province etichettate come nuove “zone rosse”, anche l’Esecuzione e monitoraggio delle misure e le Disposizioni finali per le aree prese in questione. Nella fattispecie, sono tante le misure che sono state adottate dal governo e che riguardano proprio le aree interessate dal decreto stesso.
In primo luogo, palestre e piscine, oltre che spa e centri benessere, saranno chiuse inderogabilmente. Chiusi anche i centri commerciali, ma solo nel weekend, le stazioni sciistiche, i centri culturali e i musei. Per quanto riguarda bar e ristoranti, essi potranno rimanere aperti solo se il gestore sarà in grado di assicurare la distanza di sicurezza di un metro, stabilita proprio dal governo: l’obbligo dovrà essere rispettato dal gestore e dal personale dei locali in questione, pena sanzioni e sospensione dell’attività.
Per quanto riguarda le altre manifestazioni, tutte – tranne quelle sportive all’aperto, per cui è stata prevista una deroga – sono state sospese: si tratta di manifestazioni civili, religiose, ludiche e culturali; sospesi, ovviamente, anche matrimoni e funerali, oltre che grandi eventi all’interno di bar, pub, scuole da ballo, teatri, cinema, sale da giochi, sale scommesse, bingo, discoteche e altri luoghi assimilati. Capitolo a parte è quello che riguarda le scuole – che resteranno chiuse fino al 3 aprile -, le università e i concorsi pubblici, temporaneamente sospesi.
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