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Coronavirus e droplet: il termine inglese definisce la distanza di sicurezza

Da Redazione

Marzo 02, 2020

Coronavirus e droplet: il termine inglese definisce la distanza di sicurezza
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Arriva un nuovo termine, di origine anglofona, per definire al meglio la situazione legata al Coronavirus. E in particolare, tutto quell’insieme di regole che è meglio applicare al fine di tenersi sempre alla giusta distanza dalle altre persone per evitare la possibilità di venire contagiati. Un criterio complessivamente, in realtà, semplice nei suoi concetti ma che a quanto pare sembrava necessario specificare ancor di più. E allora andiamo a vedere il collegamento tra Coronavirus e “droplet“.

Cominciamo però dal principio, chiarendo per quale motivo questo criterio è stato introdotto ed in quale sede. Rispondere al primo argomento è quasi scontato: perchè il virus che ormai ha catalizzato l’attenzione da settimane sta continuando a diffondersi e, in particolare in Italia, ha creato talvolta allarmismi anche eccessivi. Da dove proviene, invece? Direttamente dal Presidente del Consiglio italiano, e dal decreto varato nella giornata di ieri.

CORONAVIRUS E DROPLET: ECCO COSA FARE

Dopo una giornata completamente concentrata sulla questione infatti, Giuseppe Conte ha varato il decreto volto ad affrontare al massimo delle possibilità questa emergenza. Prima di arrivare alla questione “droplet” il decreto si concentra sulle regole stabilite per ogni Regione rispetto ad una diffusione così rapida del virus.

Per esempio la situazione legata ai luoghi d’istruzione. Se in Piemonte rimane tutto in bilico, con una decisione definitiva che verrà presa soltanto nella giornata di domani, non è lo stesso nelle altre regioni colpite dal virus. Ieri è infatti stata confermata, attraverso il decreto, la chiusura delle scuole (dagli asili fino alle università) in tutte le seguenti province: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia e nelle Province di Pesaro-Urbino e Savona.

Oltre a questa sezione, ecco l’argomento di principale novità del decreto: è stato introdotto infatti un nuovo criterio, quello della «distanza di sicurezza» che è fondamentale rispettare per prevenire in maniera molto più efficace il contagio. Che è di un metro. Si tratta di una regola varata principalmente per i luoghi di cultura, come per esempio i musei, che sono tornati ad essere aperti al pubblico ma devono assicurarsi di garantire questo criterio e, quindi, fare in modo che tutti i visitatori rispettino questa distanza minima l’uno dall’altro.

COSA SIGNIFICA E IN COSA CONSISTE IL TERMINE DROPLET

Il termine utilizzato per descrivere questo criterio – “droplet” appunto – è una parola inglese il cui significato letterale è “gocciolina“. Non un termine casuale, e infatti è legato al seguente ragionamento: la distanza minima di un metro è quella giusta affinchè dopo un colpo di tosse o uno starnuto le “goccioline di saliva” che disperiamo nell’aria non raggiungano le altre persone. Un termine esplicativo quindi, che rimanda ad un regolamento abbastanza intuitivo ma che d’ora in poi – all’interno dei luoghi di cultura e pubblici – verrà fatto rispettare in maniera maggiormente controllata.

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