Depressione in famiglia, anche i papà ne soffrono?
Da Redazione
Luglio 25, 2018
Non sarebbero solo le donne a soffrire di depressione in famiglia, ma sempre di più anche gli uomini. La domanda che si sono fatti dei ricercatori americani è se in famiglia anche i papà ne soffrono. Questo è quanto emerso da una nuova ricerca effettuato in campo medico.
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Cliniche pediatriche: fenomeno depressione
Secondo l’analisi di oltre 9.500 screening sul fenomeno depressione, gli studiosi americani hanno riscontrato che il 4,4% dei padri e il 5% delle madri, che accompagnavano i propri figli nelle cliniche pediatriche, soffrono di depressione. I sintomi che si manifestano, ha spiegato la ricercatrice pediatrica Erika Cheng, a capo del progetto dell’Indiana University School of Medicine è un “Problema preoccupante. La depressione, se non debitamente curata, può avere gravi conseguenze“.
Depressione post partum
L’accesso allo screen sia madre che per il padre, è di fondamentale importanza secondo la ricercatrice statunitense. Dai risultati di questo, si può iniziare un percorso di prevenzione alla cura della depressione, che post partum era stata, da sempre focalizzata solo sulla madre. L’esclusione del padre allo studio è stato pertanto un errore. A pagare, sarebbero sempre i figli, poiché il rapporto con i genitori ne sarebbe fortemente compromesso. Il tutto fa scaturire sui minori all’insorgere di problematiche legate al comportamento e a difficoltà cognitive. Secondo la studiosa, “I papà che manifestano i sintomi della depressione, che includono tristezza, irritabilità, agitazione e rabbia, non dovrebbero nascondere le proprie sensazioni“.
Figli dal pediatra
Da qui il rafforzamento dell’idea che gli screening sono generalmente eseguiti solo alla madre, escludendo l’altro genitore, che per altro sarebbero in misura minore, inclini ad accompagnare i propri figli dal pediatra. È stato infatti verificato che solo nel 31% dei casi è il padre ad accompagnare i minori dal dottore. Ciò significherebbe, secondo lo studio effettuato, che il padre resterebbe la figura con un minor tasso di monitoraggio rispetto alla madre.
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