Facebook a pagamento, utenti contro Zuckerberg?
Da Redazione
Aprile 11, 2018
Nuova bufera per il mondo dei social network, Facebook a pagamento? Sono diversi gli utenti contro Zuckerberg è in protesta per il repentino cambiamento.
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Facebook privacy, dati sensibili
Le cose di queste ultime settimane abbiamo avuto modo di vedere ma Zuckerberg giustificarsi più volte per l’argomento Facebook privacy. Nel corso delle ultime elezioni che si sono tenute nelle varie nazioni europee, comprese quelle americane, abbiamo avuto modo di vedere come diverse società hanno utilizzato i dati sensibili rubando gli utenti di Facebook. Questa manovra ha fatto sì che diverse persone potessero lasciare il social di Mark Zuckerberg, ma se questo avesse trovato un modo per proteggere al 100% la Facebook privacy? Ecco che la soluzione magicamente potrebbe essere quella di mettere Facebook a pagamento.
Aggiornamenti facebook, protezione su Messenger
Nell’arco di queste settimane l’argomento Facebook privacy è stato decisamente delicato Per quanto riguarda gli utenti del social. Il furto legato ai dati sensibili ha fatto sì che Mark Zuckerberg comincia a correre ai ripari in modo lento, prima che scoppiasse lo scandalo. In questo frangente abbiamo avuto modo di scoprire gli aggiornamenti Facebook negati a un’eccessiva protezione su Messenger. In America infatti è già attiva l’applicazione Messenger Kids che viene collegata ad un account legalmente riconosciute appartenente ad un adulto garantendo così una supervisione sui minori.
Facebook a pagamento, cosa sta succedendo?
Nel corso di questi ultimi anni è stata diffusa la notizia secondo cui potremmo avere Facebook a pagamento. Nell’immediato gli utenti sono scaraventati contro Zuckerberg, cosa sta succedendo? Al centro di tutto ancora una volta ci sarebbe la protezione della propria privacy sui social… Ancora una volta a rispondere alla domanda è stato Mark Zuckerberg in persona: “Ci sarà sempre una versione di Facebook gratuita, la nostra missione e cercare di aiutare a connettere tutti in tutto il mondo. Per far questo però crediamo che dobbiamo fornire un servizio a cui tutti tutti possono permettersi“.
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