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Glifosato in agricoltura: è cancerogeno, ecco perché

Da Redazione

Agosto 13, 2018

Glifosato in agricoltura: è cancerogeno, ecco perché
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La condanna in California alla multinazionale Monsanto, che produce il glifosato, ha scatenato un’ondata di reazioni da parte dell’opinione pubblica. Il glifosato in agricoltura è considerato cancerogeno, anche se non esiste una specifica posizione scientifica che possa dimostrare o meno questa tesi. Il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, si è servito di un post su Facebook per spiegare la posizione che, da quaesto momento in poi, adotterà la regione.

Che cos’è il glifosato

Dal 2001 (anno da cui è scaduto il brevetto di produzione, appartenente alla Monsanto Company) il composto chimico del glifosato è divenuto di libera produzione. Il glifosato, aminofosforico della glicina, è catalogato come erbicida.

Nel definire l’effetto cancerogeno del glifosato, che spiega la posizione contraria da parte della Toscana in merito al glifosato in agricoltura, c’è da dire che non esiste una posizione scientifica che possa ben definire la natura cancerogena del composto chimico. A partire dal 2015, è annoverato tra i possibili cancerogeni per l’uomo, dopo la posizione adottata dall’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro; questa posizione, tuttavia, non è stata condivisa da Environmental protection agency e Autorità europea per la sicurezza alimentare

Le parole di Enrico Rossi, presidente della regione Toscana

Il post su Facebook, scritto da Enrico Rossi, chiarisce perfettamente la posizione che adotterà la regione. Il glifosato in agricoltura sarà assolutamente vietato, con conseguente condanna a chi ne fa utilizzo.

“Stop al glifosato. Sì all’agricoltura verde. Il glifosato, l’erbicida più usato al mondo, è sotto accusa come cancerogeno. La Monsanto che lo produce, ora della Bayer tedesca, è stata condannata in California. Il governo italiano intervenga subito. Noi, come Regione Toscana faremo subito un provvedimento per escludere dai premi del Piano di Sviluppo Rurale le aziende che ne facciano uso” ha scritto Enrico Rossi, aggiungendo che “La Toscana era già sulla strada giusta ma adesso continuerà con convinzione ancora maggiore, noi abbiamo già detto no al glifosato dal 2021 e entro il 2019 lavoriamo per disincentivare l’impiego di questo prodotto per chi vuole avvalersi del marchio Agriqualità Toscana”. 

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