Inchiesta Covid Bergamo: tra gli indagati Conte, Speranza e Fontana
Da Redazione
Marzo 02, 2023
Si conclude dopo tre anni l’inchiesta sulla gestione del Covid in provincia di Bergamo nei primi mesi della pandemia. Tra gli indagati anche Giuseppe Conte, Roberto Speranza e Attilio Fontana.
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Inchiesta Covid: individuare le responsabilità delle vittime a Bergamo
Da febbraio ad aprile 2020, ovvero nei primi mesi di pandemia da Covid-19 in Italia, la provincia più colpita dal virus è stata Bergamo. Sono impresse nella memoria collettiva le immagini dei camion militari carichi di bare che lasciavano la città il 19 marzo 2020.
La gestione del Covid nella Bergamasca è quindi stata oggetto di una complessa inchiesta durata tre anni. In questi giorni è in via di notifica la chiusura da parte della Procura dell’inchiesta per epidemia colposa. Le indagini sono state condotte dal procuratore aggiunto di Bergamo Cristina Rota, insieme ai pubblici ministeri Silvia Marchina e Paolo Mandurino, e supervisionate dal Procuratore Antonio Chiappani.
I presunti reati oggetto di indagine sono di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio. I principali filoni dell’inchiesta sono tre: la riapertura dell’ospedale di Alzano, l’assenza di un piano pandemico aggiornato, e soprattutto la mancata zona rossa in Val Seriana.
Le indagini hanno perciò riguardato la gestione della pandemia da Covid-19, in particolare si cerca di individuare le eventuali responsabilità delle oltre seimila vittime in più rispetto alla media degli anni precedenti. Secondo il procuratore Chiappani, l’inchiesta ha “accertato gravi omissioni da parte delle autorità sanitarie, nella valutazione dei rischi epidemici e nella gestione della prima fase della pandemia”.
Gli indagati dalla Procura di Bergamo: da Giuseppe Conte ad Attilio Fontana
Gli indagati sono 19. Tra questi figurano: Giuseppe Conte, al tempo dei fatti Presidente del Consiglio; Roberto Speranza, che ricopriva invece la carica di Ministro della Salute; Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia; Giulio Gallera, ex assessore al Welfare; Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità; Angelo Borrelli, che in quei mesi era a capo della Protezione Civile; Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità; Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico nella prima fase dell’emergenza sanitaria.
Il Presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, scrive in una nota a proposito dell’inchiesta in cui è coinvolto:
“Apprendo dalle agenzie di stampa notizie riguardanti l’inchiesta di Bergamo. Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica”.
Pm di Bergamo: “Indagine chiusa non è un atto d’accusa”
Le indagini si sono concluse, e la Procura di Bergamo fa sapere in una nota che “la conclusione delle indagini, com’è noto, non è un atto d’accusa”. I magistrati sottolineano inoltre che l’inchiesta è stata “oltremodo complessa sotto molteplici aspetti e ha comportato altresì valutazioni delicate in tema di configurabilità dei reati ipotizzati, di competenza territoriale, di sussistenza del nesso di causalità ai fini dell’attribuzione delle singole responsabilità e ha consentito di ricostruire i fatti così come si sono svolti a partire dal 5 gennaio 2020″.
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