La Grande festa delle buone feste a Milano, momento culturale che suscita polemica
Da Redazione
Dicembre 14, 2017
L’istituto Italo Calvino, in zona Precotto, organizza la Grande festa delle buone feste, evitando ogni riferimento alle ricorrenze cristiane per un coinvolgimento socio-culturale.
La scuola presenta la «Grande festa delle Buone feste» organizzata per domenica 17 dicembre. Ma dal momento che l’annuncio non parla di Natale è scoppiata la polemica politica, facendone un caso, con alcuni genitori e insegnanti che protestano e chiedono che l’invito venga modificato.
Grande festa delle buone feste: momento Multiculturale
L’istituto comprensivo con materne, elementari e medie in zona viale Monza è un insieme di etnie, in cui quasi il 23 per cento degli studenti il Natale non lo festeggia con presepe, albero e canti della tradizione. La grande festa delle buone feste prevede un insieme di appuntamenti, dalle recite al presepe vivente che dunque racchiude più usanze tradizioni legate alla festa.
La preside ha voluto sottolineare come la religione cattolica sia tenuta in grande considerazione e chela festa del 17 rappresenta un momento per includere tutti.
L’evento è nato come incontro fra docenti e famiglie in seguito ad isolati episodi di isolamento e bullismo. Per questo la preside non ha voluto scrivere Natale perché stranieri e non cattolici forse non sarebbero venuti.
La polemica politica
Tutto ciò ha scatenato la polemica, partita dal presidente del Municipio 2 Samuele Piscina, in forza alla Lega, che attacca: «Così si smantellano le nostre tradizioni e i nostri valori, come se fossero motivo di vergogna. Il nome dato alla festa della Italo Calvino è ridicolo, e soprattutto triste. In questo modo aumenta l’intolleranza verso la nostra cultura.Dopo i presepi e i crocefissi, ora nelle scuole anche le feste della tradizione vengono ostruite dalla presena multietnica. Le scuole dovrebbero essere le prime custodi delle nostre vecchie tradizioni, ma i perbenisti di sinistra rischiano di intromettersi nelle aule privando i nostri bambini della gioia del Natale».
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