Lavoro, lieve crescita in vista, ma non omogenea in Italia
Da Redazione
Marzo 19, 2018
Secondo alcuni dati, la crisi oramai è superata, stanno crescendo Pil e occupati, ma nel 2017, meno della metà delle province italiane ha avuto un un aumento dei posti di lavoro: appena 52 su 107 hanno il segno più, 18 sono in pratica ferme, le 5 sarde non si classificano, mentre le altre 32 arretrano.
Lavoro in aumento, i dati ISTAT
Secondo i dati ISTAT la situazione è maculata: c’è infatti un Nord che ha ripreso a correre, e che però ha ancora molte zone critiche, e un Sud sempre molto arretrato, dove per fortuna ci sono i segnali più forti di vitalità.
Pare che Roma sia l’area in assoluto più resiliente e che tutte le città più turistiche vadano molto meglio di quelle tipiche industrializzate. Inoltre pure le grandi città del Sud (dove la disoccupazione ha livelli altissimi) si stanno un po’ riprendendo, il Veneto non è ancora per intero tranquillamente felice, mentre la Liguria è la sola regione del Nord ancora in bilico.
Lavoro: quali sono le città più avanti e quali le arretrate?
Le province più vitali, sono in particolare al Sud: in primis quella di Vibo Valentia, che l’anno scorso ha avuto un aumento dell’occupazione dell’11,12% passando da 42 a 47 mila occupati, del 7,87 è invece cresciuta Caserta, del 5,17 Ragusa e del 5,07% Latina. A seguire Bari, Pesaro, Padova, Piacenza, Brescia, Firenze e Pescara tutte con sviluppi maggiori del 3%. Al polo opposto della classifica i dati peggiori sono per Foggia e Ancona veri e propri «paesi lenti» visto che in un anno hanno perso rispettivamente l’8,5 ed il 6,36% dei posti (-11 e -10 mila occupati a testa).
Molto male anche Caltanissetta (-4,08), Lucca (-4%), Isernia (-3,57), Benevento (-3,2), Sondrio (-3,18), Grosseto (-3,1), Imperia (-2,67) e Verbano Cusio Ossola (-2,51).
In crescita ci sono le città più grandi con Roma +36 mila e Milano +29 mila occupati, ma anche Brescia e Venezia (+19 mila) e le meridionali Caserta, Bari e Napoli, che superano Padova, Firenze e Treviso.
Tutti questi sono dati indicativi, i quali possono davvero aiutare a comprendere meglio perché (e dove) il Paese è in crescita, anche se non ancora abbastanza. E quali sono le zone del Paese che ancora necessitano di sostegno.
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