Licei Brevi, il Ministro Fedeli ha firmato il decreto: le novità della Scuola
Da Redazione
Agosto 07, 2017
Miur, rimodulazione del calendario scolastico da 900 ore a 1000 in 4 anni
Con il decreto legge firmato il 3 agosto 2017 dal ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, si è dato il via alla riforma della Scuola, ovvero alla sperimentazione dei licei brevi. L’esperimento coinvolgerà 11 scuole, 6 pubbliche e 5 paritarie, tra cui il San Carlo di Milano, il Visconti di Roma e l’Esedra di Lucca. Cinque al Nord, due al Centro e quattro al Sud Italia, ma l’obiettivo è di arrivare a 100 scuole con una classe a testa e non più a 60 come stabilito: in questi istituti scolastici sarà possibile iscriversi a un percorso che durerà 4 anni. Durante il mese di settembre, le scuole superiori che vorranno provare questo percorso di scuola superiore corto, detto anche Licei Brevi, potranno presentare i progetti che verranno poi sottoposti a una commissione tecnica ministeriale al fine di valutazione. Un vero e proprio banco di prova per studenti e docenti.
Riforma Licei brevi, cosa cambia
Insomma, i licei brevi partiranno dall’anno scolastico 2018/2019, ma in cosa consistono? Questo corso di studi quadriennale dovrà garantire attraverso la flessibilità didattica e organizzativa, l’insegnamento di tutte le discipline previste dall’indirizzo di e il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e delle competenze previste per il quinto anno di corso, ma entro i quattro anni. L’esame di Stato rimane identico, così come il diploma finale che verrà conseguito dagli alunni. Per arrivare a questo, si dovrà necessariamente riformulare l’intero calendario scolastico, portandolo da 900 ore annue per 5 anni a oltre 1000 ore spalmate nel quadriennio. L’alternanza scuola-lavoro, probabilmente, si svolgerà durante le vacanze estive e nelle pause di Natale e di Pasqua.
Ma i licei brevi quadriennali avranno degli obblighi imposti dal Miur, ovvero garantire l’insegnamento di una disciplina non linguistica con metodologia Clil, ovvero in lingua straniera, a partire dal terzo anno, e l’approfondimento di attività di laboratorio e di utilizzo di tecnologie didattiche innovative. Allo scadere dei termini di sperimentazione, la valutazione sarà affidata a un comitato scientifico che si relazionerà con quello nazionale, in cui ci saranno esperti nominati direttamente dal Miur.
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