Licenziamento Marica Ricutti, replica Ikea: azione necessaria
Da Redazione
Novembre 30, 2017
Ogni giorno ci sono tantissime storie che smuovono gli attivisti da tastiera e quella di Maria Ricutti sembrava perfetta. La donna, separata e madre di due figli di cui uno disabile, è stata licenziata dalla sede Ikea di Corsico perché non rispettava i turni di lavoro. Maria Ricutti si era giustificata dicendo che il nuovo turno di lavoro iniziava alle 7 del mattino e non poteva essere puntuale perché suo figlio disabile faceva una terapia.
Ikea Corsico: madre licenziata inizia battaglia legale
I social si sono mobilitati e hanno mandato tantissime messaggi di solidarietà a Marica Ricutti e altrettanti pieni di odio e di astio ad Ikea. Martedì i lavoratori Ikea hanno scioperato due ore per dimostrare vicinanza alla donna che continua la sua battaglia. È assurdo secondo la Ricutti che Ikea si spenda in campagne pro famiglia e non possa venire incontro ad una mamma sola. Tutti aspettavamo la risposta del colosso svedese che non è tardata ad arrivare.
Cambi turno e spostamenti, le cause
«Siamo sempre stati disponibili a concordare le migliori soluzioni per le necessità della lavoratrice che negli ultimi otto mesi ha lavorato meno di 7 giorni al mese, usufruendo di cambi turno e spostamenti orario concordati con i colleghi e la direzione», questa è la risposta di Ikea riportata dal quotidiano online Il Giorno. Per i sindacati l’atteggiamento del colosso svedese è stato ingiustificabile e lo scontro è aperto perché il licenziamento è stato impugnato. Ikea dopo aver valutato la situazione non ha potuto fare altro visto che i colleghi di Maria Ricutti sono stati messi in difficoltà a causa di questi orari.
Bari, nuovo licenziamento ad Ikea: uomo cacciato dopo 11 anni
Quello di Maria Ricutti non è il primo caso di licenziamento Ikea, una donna sarebbe stata lasciata a casa nonostante soffrisse di depressione. I turni vengono decisi con un algoritmo che non tiene conto dell’aspetto umano, infatti a Bari un uomo è stato licenziato perché si è trattenuto in pausa 5 minuti in più. Dopo 11 anni di lavoro “impeccabile” Claudio, padre di famiglia, ha ricevuto il “ben servito”. Anche in questo caso il licenziamento sarà impugnato a livello legale.
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