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Liz Truss si è dimessa: che cos’è successo in Regno Unito e perché?

Da Redazione

Ottobre 20, 2022

Liz Truss si è dimessa: che cos’è successo in Regno Unito e perché?
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Quello di Liz Truss sarà ricordato come uno dei governi più brevi e travagliati nell’ambito della storia della Gran Bretagna. Mary Elizabeth Truss, diventata Primo Ministro del Regno Unito a partire dal 6 settembre del 2022, ha annunciato le dimissioni in occasione di un discorso tenuto a Downing Street, nel contesto del 20 ottobre del 2022. A seguito della morte della Regina Elisabetta II, Liz Truss era diventata la prima Premier britannica nella storia a governare sotto il regno di Carlo III. Le sue dimissioni arrivano a seguito di una mossa politica ritenuta sciagurata, che ha portato la premier britannica a realizzare un taglio alle tasse da 45 miliardi di sterline senza copertura, che aveva provocato un vero e proprio tracollo dal punto di vista economico e obbligazionario; ecco tutto ciò che c’è da sapere a proposito del perché Liz Truss si è dimessa.

Contenuti

Che cos’è il “mini budget” e le decisioni politiche di Liz Truss

Al fine di comprendere perché Liz Truss si è dimessa, vale la pena prendere in considerazione quelle mosse politiche che erano state realizzate dalla Premier britannica che era divenuta primo ministro del Regno Unito a partire dal 6 settembre del 2022. Quindicesimo e ultimo Primo Ministro sotto il regno di Elisabetta II, Liz Truss si è dimessa a seguito di una serie di problematiche che avevano riguardato la manovra economica del taglio alle tasse da 45 miliardi di sterline, senza copertura.

A seguito dell’approvazione del mini budget, espressione con cui è stata presentata la dichiarazione di bilancio ai media, è stato annunciato un insieme di politiche economiche e tagli fiscali da parte del Regno Unito. Tra le misure, l’anticipo del taglio pianificato della aliquota di base di imposta sul reddito, passato dal 20 al 19%, oltre che l’abolizione dell’aliquota dell’imposta sul reddito più alta del 45% in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord. Ancora, all’interno del mini budget erano previsti anche gli annullamenti del piano annunciato nel marzo del 2021, che avrebbero riguardato l’aumentare dell’imposta sulle società dal 19% al 25% da aprile 2023, oltre che l’inversione dell’aumento, che c’era stato ad aprile del 2022, del piano di assicurazione nazionale.

Le dimissioni di Liz Truss

A seguito dell’annullamento (dopo 10 giorni) della decisione politica ottenuta con il governo di Liz Truss, i parlamentari Tory hanno iniziato a essere sempre più pressanti, provocando il licenziamento del Ministro del Tesoro Kwarteng, che era stato fatto seguire dalle dimissioni del Ministro dell’Interno britannico. Un insieme di scandali che, naturalmente, hanno provocato una decisione irrevocabile da parte di Liz Truss.

La stessa premier ha annunciato l’elezione del prossimo leader dei Conservatori entro la fine della settimana, nell’ambito del suo discorso a Downing Street che c’è stato in occasione del 20 ottobre del 2022.

La vignetta satirica di The Economist e il titolo “Welcome to Britaly”

Precedentemente alle dimissioni di Liz Truss, The Economist aveva dedicato una prima pagina sicuramente molto caricaturale a Liz Truss, che era finita sotto l’occhio del ciclone in virtù delle sue decisioni politiche ed economiche che hanno provocato, naturalmente, una reazione anche da parte dei media. The Economist ha deciso di paragonare la situazione britannica a quella italiana, titolando il suo numero con “Welcome to Britaly“, una scelta che sicuramente non è piaciuta al popolo italiano e agli addetti ai lavori del paese, e dedicando una caricatura al ormai ex primo ministro britannico.

All’interno della stessa, la Premier tiene una spada composta da una forchetta e spaghetti e uno scudo a forma di pizza. Tra le motivazioni della scelta, spiega The Economist, ci sono le seguenti: “Nel 2012 Truss e Kwasi Kwarteng, autori del pamphlet Britannia Unchained, usavano l’Italia come un avvertimento. Servizi pubblici gonfiati, bassa crescita, scarsa produttività: i problemi dell’Italia e altri Paesi dell’Europa del Sud erano presenti anche in Gran Bretagna. Dieci anni dopo, nel loro fallito tentativo di cambiare percorso hanno contribuito a rendere il paragone inevitabile“.

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