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Luca V torna con un brano sul bipolarismo: LITIO

Da Redazione

Aprile 07, 2025

Luca V torna con un brano sul bipolarismo: LITIO
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Luca V torna con LITIO, un brano che non si accontenta di essere ascoltato. Pretende attenzione, ma non per ego, o per spettacolo. Perché dentro il brano pulsa qualcosa di urgente, di vero e di vivo.

Il brano LITIO esce il 18 marzo 2025 su tutte le piattaforme digitali, ed è, senza mezzi termini, uno dei brani più crudi e autentici del percorso musicale dell’artista Luca V.

Contenuti

Con “LITIO” Luca V trasforma la sua storia in una canzone intensa e personale

Al centro del brano c’è il disturbo bipolare. Ma non come lo si studia sui libri o lo descrivono i manuali clinici. Qui viene raccontato per come si vive da dentro, giorno dopo giorno, ora dopo ora, fase dopo fase.

Luca non parla del “bipolarismo” come concetto astratto: lo attraversa, lo abita. Lo scrive in prima persona. E questa scelta fa una differenza enorme.

La canzone di Luca V si apre “in alto“, con l’energia nervosa e l’iperattività tipiche di una fase up. C’è euforia, un senso di invincibilità, ma anche qualcosa che stona.

Sto bene cammino a stento” è una frase che si contraddice, eppure descrive con precisione quella sensazione ambigua: tutto sembra sotto controllo, ma dentro qualcosa vibra. Una scossa lieve, continua, pericolosa.

Poi, arriva la caduta, e lo senti, senza nemmeno bisogno che lo dica. Il ritmo si spezza, le parole si fanno più secche, il suono più ovattato.

La voce si svuota e il linguaggio cambia, non è più un racconto, è una resa. La fase depressiva arriva come una valanga lenta, silenziosa, ma devastante. Le immagini sono chiare: il letto disfatto, il pavimento come rifugio, il riflesso nel quale non ci si riconosce più.

Senti sensi a stenti, fai sorrisi finti.” Non c’è nulla di retorico, nulla di abbellito. È solo una constatazione: fredda, lucida, cruda.

Il titolo di Luca V, LITIO, dice già tutto, non è solo un riferimento chimico o medico. È una parola pesante. Che porta con sé farmaci, terapie, cartelle cliniche, ma anche silenzi, dipendenze, fragilità.

Il litio è, nel racconto di Luca, una zavorra e una salvezza insieme. Un equilibrio instabile, un compromesso con se stessi, qualcosa che si prende per non crollare, ma che pesa, ogni giorno.

LITIO: una produzione che racconta, disturba, resta

Il sound del brano vuole riflettere appieno questa tensione. Il sound si muove in un territorio del dark pop, ma non patinato. Si tratta piuttosto di un sound nervoso che vibra sottopelle.

Nel brano ci sono anche tracce di trip-hop, sporcature elettroniche, accenni quasi ambient. Ma nulla è fine a se stesso, tutti i suoni servono a raccontare, a sostenere e anche a disturbare.

Perché LITIO di Luca V non è un pezzo che vuole piacere a tutti, è un pezzo che vuole restare.

La produzione è essenziale, ma mai povera, ogni scelta è ponderata. Qui i beat sembrano battiti alterati, le pause non sono vuoti, ma sono sospiri. E la voce…non è “bella”, non è corretta, è umana.

Lascia che si sentano i respiri, i piccoli tremolii, gli spigoli. Niente è levigato, e per fortuna, perché sarebbe stato disonesto.

Il videoclip di LITIO

Il videoclip di LITIO, diretto da Lorenzo Avanzi, girato negli spazi minimali e versatili del Cross+Studio di Milano, racconta visivamente ciò che accade dentro.

Tutto si svolge in una stanza, in unico luogo, che cambia, si deforma, si rompe.

All’inizio è tutto perfetto: ordine, simmetria, luce fredda, oggetti al loro posto. Il protagonista, Luca V, è vestito di rosso. I suoi gesti sono rapidi, decisi. Troppo decisi, quasi forzati. C’è un bisogno esasperato di controllo.

Poi le cose cominciano a slittare, c’è una cornice che cade, un bicchiere d’acqua che si rovescia per mano di Luca V.

Il letto che perde forma e diventa disordinato e caotico. Tutto si altera, un dettaglio alla volta. È la transizione. Non c’è bisogno di spiegazioni: si vede, si intuisce, si sente.

Nella seconda parte, la stanza è irriconoscibile. Buia, disordinata, caotica e il  protagonista indossa ora abiti neri, larghi, quasi lo inghiottono.

Si muove poco e a tratti non si muove affatto. La camera indugia sullo sguardo, sulle mani che stringono il viso, sui frammenti sparsi a terra, specchi incrinati e fotografie sgualcite.

Il videoclip non ha bisogno di effetti speciali, qui la forza sta nei dettagli. Negli oggetti, che parlano più delle parole.

Nel modo in cui la luce si sporca, nel modo in cui il corpo si piega, si ferma e nella totale assenza di altri personaggi. Perché la solitudine, in certe fasi, è assoluta.

La copertina di Litio di Luca V

Anche la copertina del singolo è costruita per restare. Si tratta di un’illustrazione in stile “anime”, volutamente semplice, quasi disarmante.

Un ragazzo con un’aureola dorata, accanto a lui, un diavolo rosso. Una simmetria disturbante, con un messaggio chiaro: dentro convivono due opposti: luce e buio; estasi e crollo. A volte Angelo, a volte Demone.

Luca V spiega che la copertina nasce anche da una rabbia contro chi banalizza il disturbo, lo usa come aggettivo, lo confonde con l’umore altalenante. Il disegno, con la sua estetica cartoon, fa da contrasto.

Mi sembrava il modo più diretto per far riflettere. Usare un linguaggio pop per dire qualcosa di scomodo.” – afferma Luca V– Ho scritto quando non avevo voglia di parlare con nessuno, ma dovevo dire qualcosa. Così ho scritto, di notte. Con il telefono. Frasi spezzate, che poi sono diventate versi. In studio ho chiesto di non correggere nulla. Volevo che la voce tremasse. Che si sentisse quando faticavo a cantare. Perché anche quello è parte della verità.”

Nel percorso di Luca V, LITIO non è un brano come gli altri: è una dichiarazione. Un passo avanti nella sua scelta di raccontare la fragilità, non per esibirla, ma per darle spazio.

Dopo Pelle di Prozac, che affrontava la depressione all’interno di una relazione, LITIO porta tutto all’interno. Lì dove spesso non si vuole guardare.

LITIO è solo l’inizio: Luca V parla dei suoi progetti futuri

Il progetto artistico è ambizioso, ma sincero: un brano al mese, ognuno dedicato a una “stanza” diversa della mente. Una canzone per ogni condizione emotiva, non per spiegare, ma per far sentire.

Perché certi stati non si possono raccontare con parole tecniche. Serve la voce. Serve la musica.

LITIO non è perfetta e non vuole esserlo. È scomoda, spigolosa, a tratti disturbante, ma è anche umana, vicina, necessaria.

In un panorama musicale che spesso finge, o semplifica, Luca V decide di complicare, di scavare, di rischiare. E ci riesce.

Dal 18 marzo 2025, il brano è disponibile su tutte le piattaforme digitali. Il videoclip invece sarà disponibile su YouTube.

Non è una canzone per tutti, ma per chi ha voglia di sentire, davvero, LITIO resterà. Dentro.

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