Morti Coronavirus Italia
Da Redazione
Marzo 05, 2020
La situazione COVID-19 è diventata preponderante all’interno del contesto italiano, dopo le diverse settimane in cui è stato possibile leggere di tutti i casi di contagio e di morte, ma allo stesso tempo anche di terapie intensive e pazienti completamente guariti. Stando alla situazione che si è posta, grazie al contributo giornaliero del Commissario straordinario di governo per l’emergenza virus “Nuovo coronavirus 2019-nCoV” Angelo Borrelli, ma anche grazie a panoramiche internazionali che tendono ad aggiornare costantemente il dato delle diverse regioni circa i tamponi effettuati sulla popolazione, è possibile offrire un dato temporaneo di tutti i morti per Coronavirus in Italia, indicando anche la fascia di età e la collocazione regionale dei defunti. Ecco tutto ciò c’è da sapere circa il dato sui morti per Coronavirus in Italia.
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Il dato riguardante tutti i pazienti italiani contagiati da COVID-19 è in continuo aggiornamento, grazie a tutte le direttive sanitarie italiane che permettono di riferirsi – in quanto a dati comunicati all’OMS – all’Istituto Superiore della Sanità da un lato, ma soprattutto a tutti i dati che vengono offerti costantemente dalle regioni che effettuano i tamponi sui possibili pazienti infetti; i dati, a loro volta, vengono comunicati dalle più grandi strutture ospedaliere italiane alla Protezione Civile, che fa capo al Commissario straordinario di governo per l’emergenza virus “Nuovo coronavirus 2019-nCoV” Angelo Borrelli.
Stando agli ultimi dati forniti alle ore 18 del 4 marzo 2020, e che verranno confermati soltanto successivamente, la situazione Coronavirus contagi in Italia è la seguente:
- 3089 casi totali di italiani contagiati da Coronavirus, con un aumento di 587 rispetto al 3 marzo 2020;
- 107 deceduti per effetti (da confermare nell’Istituto Superiore della Sanità) del Sars-Cov-2, con un incremento di 28 casi;
- 276 guariti, dato piuttosto significativo e confortante dato l’incremento di ben 116 casi rispetto al 3 marzo 2020;
- Letalità – dati gli ultimi dati – accertata al 3,4% all’interno del contesto italiano;
L’attenzione giornalistica e mediatica ha portato ad evidenziare quali siano le zone più a rischio di contagio e di decessi, le cosiddette zone rosse, all’interno delle quali le misure di sicurezza sono sicuramente più stringenti, considerando comunque la scelta del governo di chiudere le scuole fino al 15 marzo 2020 per limitare la diffusione del Coronavirus in Italia.
La panoramica riguardante i decessi per Coronavirus in Italia presenta una situazione piuttosto lineare, data la mancanza di un puzzle di deceduti che ad ora – nonostante qualche caso – non si è verificata: i morti in Italia per Coronavirus sono tutti pazienti che hanno un’età generalmente superiore ai 65 anni o presentano patologie pregresse che hanno minato le loro condizioni di salute e, soprattutto, il loro sistema immunitario. Per questo motivo, l’appello del Commissario straordinario di governo per l’emergenza virus “Nuovo coronavirus 2019-nCoV” Angelo Borrelli e delle figure istituzionali preposte è quello di limitare le dinamiche sociali e, quanto più possibile, i contatti per tutti quei pazienti che presentano condizioni di salute sopraccitate.
In merito ai dati relativi ai morti Coronavirus in Italia, la situazione registrata al 4 marzo 2020 (e in costante aggiornamento) evidenzia la morte di 107 pazienti, con un incremento di 28 casi di morte per COVID-19 rispetto al dato che era stato fornito il 3 marzo 2020. Dei 28 casi di decessi in questione, tutti i pazienti hanno fatto registrare un’età superiore ai 70 anni e una collocazione geografica che ha evidenziato la maggiore dei decessi in Lombardia, la minor parte in Emilia Romagna.
Il dato significativo relativo ai morti per Coronavirus in Italia è stato quello fornito martedì 3 marzo 2020, direttamente da Angelo Borrelli e da fonti ANSA. Il dato in questione osserva che, tra le 27 morti per Coronavirus che sono state evidenziate, l’età compresa è stata quella dai 55 (attualmente il paziente più giovane ad aver subito il più grave degli effetti del COVID-19) ai 101 anni. Attualmente, stando ai dati diffusi dal Ministero della Salute, la situazione Coronavirus morti Italia è la seguente:
- 73 deceduti in Lombardia (su 1820 casi totali e 12138 tamponi totali effettuati);
- 22 morti per COVID-19 in Emilia-Romagna (su 544 casi totali e 2500 tamponi effettuati);
- 6 morti in Veneto (su 360 casi totali e 10515 tamponi effettuati);
- 4 morti nelle Marche (su 84 casi totali e 288 tamponi effettuati);
- 1 morto in Liguria (su 26 casi totali e 133 tamponi effettuati);
- 1 decesso in Puglia (su 9 casi totali e 322 tamponi effettuati);
I dati evidenziati in tutto il mondo, e riportati da piattaforme come wordometers, portano a confermare quella tendenza che aveva già sottolineato quali fossero le percentuali di mortalità in tutto il mondo. Dato il continuo aggiornamento e considerando oscillazioni minime dettate dalle comunicazioni dei diversi paesi del mondo, l’attuale dato relativo alle morti per Coronavirus evidenzia 96217 (di cui 39207 attivi) contagiati da Coronavirus nel mondo, 3303 casi di decesso e 53708 guariti. La mortalità, stando a queste percentuali, è del 3,4% in tutto il mondo.
I grafici forniti mostrano, inoltre, una differenza in percentuale relativa alle diverse fasce di età della popolazione:
- La mortalità tra gli over 80 è del 14,8% (che si alza al 21,9% considerando i soli casi confermati dall’OMS);
- La mortalità tra i 70 e i 79 è dell’8%;
- La mortalità tra i 60 e i 69 è del 3,6%;
- La mortalità tra i 50 e i 59 è dell’1,3%;
- La mortalità tra i 40 e i 49 è dello 0,4%;
- La mortalità tra i 30 e i 39 è dello 0,2%;
- La mortalità tra i 20 e i 29 è dello 0,2%;
- La mortalità tra i 10 e i 19 è dello 0,2%;
- La mortalità tra 0 e 9 anni non è stata riscontrata;
Infine, è degna di sottolineatura un’altra considerazione che porta a evidenziare la differenza tra la mortalità maschile e quella femminile: i dati mostrano, infatti, che tra gli uomini la percentuale di decessi è del 4,7%, mentre tra le donne il 2,8%. La motivazione di questi dati è riconducibile sia al sistema immunitario migliore da parte delle donne, sia alla percentuale di fumatori uomini in tutto il mondo che è sicuramente, su scala globale, maggiore.
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