NBA, Rudy Gobert è positivo al Coronavirus: sospeso il campionato di basket
Da Redazione
Marzo 12, 2020
Anche l’NBA è stata toccata dal Coronavirus, dopo che il COVID-19 aveva manifestato i suoi effetti nel mondo del calcio (soprattutto con la notizia della positività da parte di Daniele Rugani della Juventus) e della Formula 1, oltre che in altri sport. Il campionato di basket statunitense era da giorni al centro di una polemica che poneva la possibilità che fosse proseguito a porte chiuse, nonostante l’intervento di diversi cestisti – su tutti LeBron James – che erano contrari ai provvedimenti presi in considerazione. Adesso, dopo il primo caso di atleta positivo nel contesto NBA, l’organizzazione ha deciso di evitare rischi sospendendo sia la regular season, sia la off season dei Playoff. Il primo atleta positivo nel campionato di basket statunitense è Rudy Gobert, centro degli Utah Jazz che ha già assicurato di stare bene.
L’annuncio degli Utah Jazz e la sospensione del campionato di NBA per Coronavirus
La notizia del caso di Rudy Gobert è arrivata a pochi minuti dell’inizio del match di NBA tra Utah Jazz e Oklahoma City Thunder, inizialmente previsto per l’1:00 (ore italiane). Le due formazioni si sarebbero dovute sfidare nel Midwest quando, prontamente, gli Utah Jazz hanno avvertito l’organizzazione dell’NBA per informarla del caso di Coronavirus presente all’interno del proprio team. Rudy Gobert, centro francese della formazione guidata da Quin Snyder, era apparso come febbricitante, manifestando alcuni sintomi influenzali.
Il tampone effettuato al lungo degli Utah Jazz ha portato a confermare le previsioni: Gobert è il primo professionista dell’NBA ad essere positivo al Coronavirus; l’organizzazione del massimo campionato di basket statunitense – dopo che per giorni aveva parlato della possibilità di giocare tutti i match a porte chiuse – ha ritenuto opportuno sospendere il campionato, sia nella sua forma di regular season, sia per quanto riguarda i Playoff, che sarebbero stati realizzati al termine delle 82 partite previste per la stagione in corso.
E’ stato fondamentale il prezioso intervento degli Utah Jazz, che hanno prontamente avvertito gli organismi sportivi della positività di Rudy Gobert. La stessa formazione ha spiegato le dinamiche dell’avvenimento: “il giocatore è risultato negativo al test influenzale, ma presentava una chiara infezione alle vie respiratorie. Tali sintomi sono diventati sempre meno importanti, ma per mantenere tutte le precauzioni del caso e in collaborazione con i medici Nba e l’ufficio di sanità pubblica dell’Oklahoma, abbiamo deciso di sottoporre Gobert al test del Covid-19. Una volta risultato positivo abbiamo subito informato la Nba”. Stando alle indiscrezioni, Rudy Gobert era già presente alla Chesapeake Energy Arena, il palazzetto dove i Thunder giocano in casa, ma era stato preventivamente tenuto in isolamento.
Le reazioni nel mondo dell’NBA: le parole di LeBron James, Luka Doncic, Evan Fournier
Il primo caso di atleta e professionista positivo nel mondo dell’NBA ha suscitato delle reazioni differenti da parte dei professionisti della massima competizione di basket che, nella maggior parte dei casi, si sono affidati a Twitter per esprimere vicinanza al lungo degli Utah Jazz o per dire la propria riguardo all’annullamento del campionato di basket in corso.
Uno dei commenti più rassicuranti è stato quello di Evan Fournier, connazionale di Rudy Gobert e guardia degli Orlando Magic, che ha scritto: “Ho appena finito di parlare con lui al telefono, sta bene. Non facciamoci prendere dal panico. Vi voglio bene”. Più duro è il commento di LeBron James, già altamente polemico di fronte alla possibilità di giocare a porte chiuse. La stella dei Los Angeles Lakers, facendo riferimento anche alla tragedia che ha portato alla morte di Kobe Bryant, ha dichiarato: “Stiamo cancellando eventi sportivi, scuole, uffici ecc… Quello che davvero dovremmo cancellare è il 2020! Dannazione sono stati tre mesi duri. Dio vi benedica e state al sicuro”.
Dello stesso avviso anche Luka Doncic, superstar dei Dallas Mavericks (“Il 2020 è davvero un brutto anno!! State al sicuro”) e Jaylen Brown, dei Boston Celtics: “Ciascuno può svolgere il suo ruolo nel fermare il virus, per favore rimanete a casa se potete e non prendetela alla leggera”.
Emblematico il commento di Steph Curry, da poco tornato a giocare dopo un infortunio che l’ha tenuto ai box per tutta la stagione: “Questa situazione non si può paragonare a niente… Bisogna solo allacciare le cinture e prendersi cura di se stessi e dei propri cari. La pallacanestro prima o poi tornerà, ma ora come ora pensate a proteggervi e a rimanere al sicuro!”. I commenti dei professionisti del basket, che hanno vissuto sulla propria pelle il pericolo del Coronavirus, cozzano con le dichiarazioni di Donald Trump che, fino a qualche ora prima, diffondeva calma a tutta la popolazione, essendo il COVID-19 nient’altro che una semplice influenza.
Tanti altri commenti, come quelli di Tristan Thompson, Isaiah Thomas, Meyers Leonard e Kevin Durant, esprimono tutto il dubbio e la condizione a cui sono sottoposti i professionisti dei vari team di basket, in un momento storico in cui non si sa esattamente quale debba essere il proprio ruolo e come comportarsi.
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