Neutrino cosmico, scoperta clamorosa sull’origine
Da Redazione
Luglio 16, 2018
Un neutrino cosmico ad alta energia ha colpito la Terra il 22 settembre 2017. La sua provenienza era da una galassia nella costellazione di Orione e ha attraversato l’esperimento IceCube che si trova fra 1,45 e 2,45Km sotto la crosta del Polo Sud.
Il neutrino IceCube-170922A ha interagito con l’acqua e creato un muone o un elettrone che a loro volta (a queste energie) hanno provocato uno sciame i cui elettroni/positroni nell’acqua o nel ghiaccio vanno più rapidi della velocità della luce in quel mezzo. Quando succede questo, si manifesta quella luce blu di cui tanto si parla tra gli scienziati.
Neutrino cosmico: la svolta
I neutrini non sono particelle rare: centinaia di milioni di neutrini attraversano l’atmosfera terrestre se non in una frazione piccolissima. Per questo motivo, per poterli vedere si devono utilizzare rivelatori molto grandi e quindi l’acqua o il ghiaccio sono una delle scelte più azzeccate.
L’evento protagonista ha dello straordinario: per la prima volta fu possibile individuare l’origine di un neutrino, la cosiddetta controparte elettromagnetica: un blazar, cioè una galassia attiva che ha al centro un buco nero supermassiccio, e che è lontano 4,5 miliardi di anni luce da noi.
La notizia arriva con un telegramma. Non il telegramma di auguti o condoglianze che facciamo nel quotidiano noi, bensì un Atel (telegramma astronomico online): Erik Blaufuss e Claudio Kopper di IceCube hanno inviato il primo, smuovendo tutti gli esperti.
L’impresa ha coinvolto una miriade di scienziati di decine e decine di laboratori di ricerca di tutto il mondo, che hanno sottoscritto lo studio pubblicato in un secondo momento sulla rivista Science. .
Neutrino cosmico: il parere dell’esperto
A questo punto la dottoressa Michela Prest del Dipartimento di Scienza e alta tecnologia dell’Università degli Studi dell’Insubria ha affermato che “l’Universo è il più potente acceleratore di particelle esistente. Gli esperimenti come IceCube sono alla ricerca di messaggeri di altissima energia che ci raccontano la storia della nascita dell’universo. I neutrini viaggiano per spazi enormi senza interagire e quando li vediamo ci raccontano da dove provengono. Utilizzando gli strumenti del mondo della Fisica delle particelle applicati all’osservazione spaziale possiamo cominciare a studiare la loro origine. Siamo di fronte a traguardi impensati, un po’ come è successo a Galileo nel 1610″.
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