Obsolescenza programmata: smartphone ideati per durare poco
Da Redazione
Marzo 15, 2018
La strategia che decide all’atto della progettazione il ciclo di vita di un prodotto al fine di renderlo inservibile o obsoleto dopo un lasso di tempo che viene definito «obsolescenza programmata».
Obsolescenza programmata, contro la legge?
Dal 2015 in Francia l’obsolescenza programmata è stato classificato come un reato punito con una pena di due anni di carcere e 300.000 euro di multa. La multa può mutare proporzionalmente ai vantaggi della violazione.
Con l’emanazione della legge sono cominciate delle class action contro la Apple, in cui 8.000 consumatori lamentano il rallentamento degli iPhone. L’azienda di Cupertino, il 28 dicembre 2017 ha pubblicato una lettera di scuse ai clienti, spiegando che la riduzione della performance è stata un passo dovuto per evitare spegnimenti improvvisi dei device a seguito di un aggiornamento del software.
Al che la lobby «Halte à l’obsolescece programmée» aveva replicato contro la Apple «il problema rimane, loro non possono imporre il rallentamento degli apparecchi agli utenti».
Smartphone e obsolescenza programmata, la garanzia e la direttiva europea
Bisogna inoltre ricordare che quando si acquista un prodotto, si ha sempre diritto alla garanzia legale, prescindere il valore dell’apparecchio. In Italia, se nei 24 mesi successivi all’acquisto si verificano dei danni al prodotto, il rivenditore deve ripararlo o sostituirlo, senza spese aggiuntive. La durata della garanzia non è la stessa in ogni paese: in Svezia tre anni, cinque in Islanda e Norvegia.
Nell’estate del 2017, il Parlamento europeo ha invitato gli stati membri a screditare l’obsolescenza programmata promuovendo prodotti con un ciclo di vita più lungo e riparabili.
In questo modo si vuole creare nuovi posti di lavoro e diminuire il volume dei rifiuti elettronici. Gli eurodeputati hanno anche fatto proposta alla Commissione europea di introdurre una «etichetta» che indichi la durabilità.
In Italia, nell’ultima legislatura sono state presentate da Pd, M5S e Sel tre proposte di legge alla Camera. Nei testi si proponeva l’obbligo da parte dei produttori a dare informazioni sulla durata del prodotto nonché aumentare la garanzia fino a cinque anni.
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