Oscar 2023: nessuna donna candidata alla regia, un problema hollywoodiano
Da Redazione
Gennaio 25, 2023
Sono trascorsi 94 anni dai primi Premi Oscar, e in quasi un secolo di storia del cinema si contano sulle dita delle mani le donne nominate a Miglior Regista: anche quest’anno nessuna regista tra i candidati.
Oscar 2023: nessuna donna candidata alla regia
Nessuna donna nella rosa dei candidati come Miglior Regista ai Premi Oscar 2023, dopo che nei due anni precedenti sono state due donne a vincere il prestigioso premio.
Le nomination agli Oscar 2023, annunciate 24 gennaio, hanno escluso registe come Sarah Polley (“Women Talking”), Gina Prince-Bythewood (“The Woman King”), Maria Schrader (“She Said”) e soprattutto Charlotte Wells (“Aftersun”) nella categoria di Miglior Regista.
Negli ultimi due anni, rispettivamente Oscar 2021 e 2022, sono state due registe ad ottenere il riconoscimento: Chloé Zhao per “Nomadland” e Jane Campion per “Il Potere del Cane”.
Eppure, nonostante quest’anno i film diretti da donne abbiamo riscosso grande successo presso il pubblico e ottenuto riscontri più che positivi con la critica (in particolare “Aftersun” di Charlotte Wells), nessuna regista compare tra i candidati.
Gli uomini riconosciuti dall’Academy nel 2023 e candidati a Miglior Regista sono: Daniel Kwan e Daniel Scheinert (“Everything Everywhere All at Once”), Todd Field (“Tár”), Martin McDonagh (“The Banshees of Inisherin”), Ruben Östlund (“Triangle of Sadness”) e Steven Spielberg (“The Fabelmans”).
Alcuni numeri per capire il problema degli Oscar (e di Hollywood)
Certo non si vuole insinuare che i registi candidati non siano meritevoli della nomina, tuttavia sembra alquanto strano che in 94 anni di storia dei Premi Oscar, siano state 7 le donne candidate come Migliore Regista (la prima nel 1977), e di queste solo 3 hanno effettivamente ottenuto il riconoscimento. Per non parlare del fatto che 2 delle 3 vittorie al femminile si concentrano negli ultimi 2 anni, mentre la prima vittoria risale al 2010, quando Kathryn Bigelow ha vinto con “The Hurt Locker”.
Per citare altri numeri importanti, due anni fa è stata la prima volta in assoluto che due donne venissero candidate contemporaneamente nella categoria di Migliore Regista: Chloé Zhao (che ha vinto) e Emerald Fennell. Mentre l’anno scorso, con la nomina (e la vittoria) di Jane Champion, è stata la prima volta nella storia degli Oscar che una regista donna venisse candidata due volte.
Si consideri che prima delle nomination per il miglior film di quest’anno, erano 581 i film nominati dall’Academy, di cui solo 18 diretti da una donna, a cominciare da “Children of a Lesser God” (1986) di Randa Haines.
Le selezioni dell’Academy sono solo un sintomo del problema più ampio che affligge Hollywood da sempre. E se è vero che c’è stato un netto miglioramento negli ultimi decenni, c’è stata anche una regressione nell’ultimo anno, dimostrata dalla ricerca di USC Annenberg School for Communication and Journalism: secondo cui la percentuale di cineasti donne, neri, asiatici, ispanici/latini e multietnici si è ridotta significativamente dal 2021 al 2022. Con le donne nere ferme al 2,7%.
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