Partita Iva 2018, le spese che si possono scaricare
Da Redazione
Gennaio 11, 2018
I titolari di partita IVA possono scaricare dal reddito di impresa alcuni costi, oltre alle deduzioni previste per tutti i contribuenti come le spese sanitarie, per il mutuo e figli a carico. In base al tipo di partita IVA sono previste delle agevolazioni fiscali diverse.
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Quali spese possono scaricare il titolari di partita IVA?
Le voci che interessano i soggetti che lavorano a partita IVA riguardano le spese per vitto, alloggio, viaggi e trasferte. La regola generale prevede che si possano scaricare al 75% ma l’importo totale non deve superare il 2% dei compensi percepiti. In caso il vitto e l’alloggio siano coperte dal committente la spesa oltre ad essere addebitata in fattura è soggetta a ritenuta di acconto, ma in questo caso la deduzione è al 100%. Per quanto riguarda invece l’acquisto di un immobile bisogna distinguere tra immobile strumentali al 100% o parzialmente perché nel primo caso vengono applicate le quote di ammortamento per la detrazione del costo, per gli immobili ad uso promiscuo invece sono deducibili al 50% affitti e utenze. Sono deducibili anche i canoni di leasing immobiliare e per quelli superiori a 12 anni si scorpora la quota del terreno.
Spese per auto e benzina: rimborsi e detrazione
La legge per la partiva IVA 2018 prevede che si possa scaricare la benzina dell’auto aziendale o per uso lavorativo. L’acquisto di un’automobile invece si può dedurre dal reddito di spesa sino all’importo massimo di 18.075,99 euro e 25.822,84 per gli agenti e rappresentanti di commercio. La deduzione è del 100% per i veicoli che si configurano come beni strumentali, del 70% per i veicoli ad uso promiscuo che vengono utilizzati dai dipendenti e del 20% per tutti gli altri veicoli. L’IVA invece è detraibile al 40%.
Le spese per computer e telefono sono deducibili?
I titolari di partita IVA nel 2018 non possono lavorare senza strumenti tecnologici come pc portatile e smartphone aziendale. Il legislatore ha previsto una deduzione dell’80% per le spese relative alla tecnologia e per la telefonia mobile e fissa (apparecchiature e traffico). I titolari di partita IVA a regime dei minimi, a fronte di una tassazione ridotta, rinunciano alla possibilità di scaricare le spese, per quelle telefoniche è fissato un tetto massimo del 50% e sono esclusi i contributi previdenziali.
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