Patrimonio confiscato di 10 milioni di euro all’Ex deputato Matacena
Da Redazione
Dicembre 21, 2017
L’ex parlamentare di Forza Italia, Amedeo Matacena Società ha subito una confisca del patrimonio dal valore di 10 milioni di euro dopo esser stato già condannato definitivamente a 3 anni come referente politico di uno dei clan di ‘ndrangheta di Reggio Calabria e da tempo latitante a Dubai.
Deve infatti rispondere non solo dell’accusa di concorso esterno, ma anche di aver tentato di occultare il suo immenso patrimonio accumulato grazie alle mafia e con l’aiuto sia della moglie, Chiara Rizzo, che dell’ex ministro dell’Interno, Claudio Scajola.
Il giudizio della Corte d’Appello
I giudici di Reggio Calabria della Corte d’appellodefiniscono Matacena non solo “socialmente pericoloso” ma anche il capo di un impero economico e finanziario “frutto di attività illecite e dei loro proventi”. Non a caso esiste “una oggettiva quanto marcata sproporzione” tra gli investimenti effettuati e i redditi dichiarati.
Sono questi gli elementi valorizzati dal procuratore generale della Corte d’appello di Reggio Calabria, Bernardo Petralia, e dal sostituto Domenico Galletta, per chiedere e ottenere un provvedimento di sequestro e contestuale confisca di 12 società, per l’intero capitale sociale o in quota parte, di cui 4 con sede nel territorio nazionale (Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Roma) e 8 all’estero (Isole Nevis, Portogallo, Panama, Liberia e Florida). “Per quelle estere abbiamo agito attraverso una serie di rogatorie internazionali, ma in alcuni casi – dice Petralia – continuiamo a scontrarci la mancanza di accordi di collaborazione con una serie di Paesi”.
La confisca del patrimonio
Tutte le società coprivano le attività losche di Matacena, a cui oggi sono stati sequestrati anche 25 immobili aziendali, oltre che una grossa motonave di oltre 8.100 tonnellate, già usata per attività di traghettamento veicoli e passeggeri nello Stretto di Messina.
Questa è una cosiddetta confisca atipica che di solito si utilizza in presenza di una condanna già definitiva per una serie di specifici reati previsti dalla norma. Permette di presupporre che l’intero patrimonio non sia pulito e adesso è l’imputato che deve dimostrare il contrario.
Matacena non solo era nel settore del traghettamento e dei trasporti marittimi, ma anche in quello immobiliare ed edilizio, tanto all’estero quanto in Italia, anche grazie a una serie di abili manovre finanziarie ha saputo accumulare innumerevoli appalti pubblici per poi distribuirli equamente fra i clan.
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