Pipì a letto, cause e rimedi enuresi notturna adulti e bambini
Da Redazione
Dicembre 01, 2017
In Italia riguarda un bambino su cinque e deve essere affrontato subito: come si cura l’enuresi e come rieducare adulti e bambini a non fare pipì a letto.
Contenuti
Pipì a letto, che cos’è l’enuresi notturna e come si sconfigge
Il problema in Italia riguarda un bambino su cinque e i genitori sperano che svanisca con il passare degli anni, cosa non sempre vera. L’enuresi, nome con cui si identifica l’abitudine dei bambini di fare pipì nel letto durante la notte, riguarda quasi due milioni di italiani: 1,2 sono bambini, l’altra quota è rappresentata dagli adulti ben settecentomila persone diventate grandi portandosi dietro il problema, che avrebbe potuto essere risolto se fosse stato affrontato a tempo debito. Inevitabili le ripercussioni psicologiche, di impatto minore quando la diagnosi è precoce.
Pipì a letto dopo i cinque anni, come sconfiggere l’enuresi
L’enuresi, o la pipì a letto, è un disturbo non riconosciuto e compreso neanche da membri autorevoli della comunità medica. Nonostante sia molto diffuso, è un problema sottostimato e giocano un ruolo fondamentale le famiglie e la scuola. L’intervento del pediatra può essere la risoluzione dopo i cinque anni di età, quando con poche domande si può capire se il bambino ha bisogno di interventi adeguati. Spesso, fare la pipì a letto può essere sintomo di disagio, ma certamente non tale da far pensare che il bambino abbia subito violenza o pedofilia: spesso anche la semplice gelosia e competizione con un fratellino o una sorellina può scatenare l’enuresi. Poi, ci possono essere delle cause fisiologiche.
Cause dell’enuresi detta pipì a letto
L’enuresi è determinata da una triade di fattori: la carenza dell’ormone antidiuretico (Adh), l’iperattività del muscolo detrusore della vescica e la difficoltà nel risveglio. La terapia migliore è togliere al bambino ogni senso di colpa, spiegandogli che si tratta di una condizione frequente ed esprimergli comprensione nei confronti del suo disagio, parlando del problema con il pediatra. Le forme non complicate sono da trattare assieme al pediatra di famiglia. La soglia dei 5 anni è determinante in quanto prima non si può identificare se il bambino abbia o meno questo disturbo, visto che fare pipì si impara come masticare e deglutire. Se invece si ripetono dopo e molto frequentemente e il bambino non richiede di urinare durante il giorno, allora bisogna intervenire.
Niente vergogna, consigli per il disturbo dell’enuresi notturna
L’enuresi notturna compromette seriamente l’autostima del bambino ed è motivo di frustrazione in ambito familiare. L’informazione circa questo disturbo è dunque fondamentale, affinché i genitori possano averne reale consapevolezza, superando alcuni preconcetti che spesso li portano a sottovalutare il disturbo o a non dichiararlo per un ingiustificato senso di vergogna. Il problema va affrontato per evitare inutili ripercussioni psicologiche e sul sonno dei più piccoli. E’ utile non far bere troppo un bambino nelle ore che precedono il riposo e di non cenare con alimenti troppo ricchi di sodio e calcio. Il pediatra potrà pensare anche a una terapia farmacologica a base di desmopressina, una molecola che incrementa l’attività antidiuretica, da assumere per due mesi secondo indicazioni mediche.
Articolo precedente
Francesco Monte tronista di Uomini e donne? Gli indizi
Articolo successivo
Inquinamento marino, pescato crostaceo con marchio Pepsi su una chela
Redazione