Proteste in Iran, ennesima condanna a morte: Fahimen Karimi guidava la rivolta
Da Redazione
Dicembre 03, 2022
Iran. Fahimen Karimi è stata condannata a morte: guidava le proteste delle donne iraniane per la libertà e avrebbe preso a calci uno dei paramilitari.
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Fahimen Karimi: dalle proteste in Iran alla condanna a morte
Fahimen Karimi è una donna iraniana che ha preso parte alle proteste nel paese per l’emancipazione delle donne e la caduta del regime oppressivo che uccide nel nome dell’Islam.
Allenatrice di pallavolo, mamma di tre bambini, Fahimen Karimi avrebbe preso a calci uno dei paramilitari nel corso di una protesta a cui ha partecipato, questo ha comportato non solo l’arresto ma anche la condanna a morte.
Fahimen Karimi non soltanto avrebbe picchiato un membro dei paramilitari Bassij nel quadro dei disordini nella sua città, ma sarebbe stata una delle donne alla guida delle proteste per la libertà.
L’arresto di Fahimen Karimi
Fahimen Karimi è stata arrestata a Pakdasht, nella provincia di Teheran: questo è ciò che la Commissione delle Donne del National Council of Resistance of Iran ha riferito. La notizia è in attesa di essere confermata.
Il Women’s Committee NCRI ha scritto a questo proposito:
“Condanna a morte per la madre di tre figli. Rapporti di SM non confermati affermano che #Fahimeh_Karimi, allenatrice di pallavolo e madre, è stata condannata a morte. La signora Karimi è stata arrestata a Parkdasht, accusata di aver guidato le proteste e di aver picchiato un membro del paramilitare Bassij durante #IranProtests“
Secondo la ricostruzione dell’arresto, Fahimen Karimi è stata trasferita nel carcere di Evin, in cui è stata detenuta anche l’italiana Alessia Piperno. In seguito, Karimi è stata confinata nella prigione di Khorin, sempre nella provincia di Teheran
Proteste in Iran: quasi 20 mila arresti e 450 persone uccise
Dall’inizio delle proteste in Iran dopo l’uccisione di Massa Amini, la ragazza di 22 anni arrestata e maltrattata dalla polizia iraniana per non aver indossato correttamente il velo, le persone arrestate sono circa 18 mila, tra queste molti minorenni.
La prima condanna a morte risultata da disordini nelle città iraniane è arrivata all’inizio del mese di novembre. L’imputato, almeno secondo il tribunale, era colpevole di “aver appiccato il fuoco a un edificio governativo, di aver disturbato l’ordine pubblico, di essersi riunito e di aver cospirato per commettere un crimine contro la sicurezza nazionale e di essere un nemico di Allah“.
Sono circa 450 le persone che sono state uccise in Iran dall’inizio delle proteste. Una delle ultime vittime è Mehran Samak, ragazzo di 27 anni ucciso dalla polizia con un colpo di pistola a Bandar Anzali. Il giovane stava festeggiando in strada la sconfitta della Repubblica Islamica contro gli Stati Uniti ai mondiali di calcio del Qatar 2022.
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