Smark Working in Emilia Romagna: è la prima regione in Italia
Da Redazione
Maggio 21, 2018
Che cos’è lo Smart Working e cosa significherà, per l’Emilia Romagna, scommettere sulle sue potenzialità? Lo Smart Working in Emilia Romagna diventa realtà concreta a partire dal prossimo 4 giugno, attraverso il progetto di “lavoro agile” che vedrà la collaborazione della regione con Microsoft, e 4000 collaboratori che saranno distribuiti su tutto il territorio. Le finalità del progetto, avviato nel 2017, saranno quelle di rendere il lavoro più sensibile e flessibile ai nuovi meccanismi della modernità. Ma vediamo nel dettaglio che cosa significa tutto ciò.
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Smart Working in Emilia Romagna: che cosa significa?
Italianizzando la locuzione Smart Working si legge “lavoro agile”. Un lavoro agile che, tenendo conto dei meccanismi della modernità, delle nuove strutture lavorative e di tutti quelli che sono i significativi cambiamenti che ci sono stati negli ultimi anni, ha preso piede anche nel nostro paese, così come si può leggere dalla nota del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ma soprattutto dalla Legge n. 81/2017.
Lo stesso Ministero scrive che lo Smart Working pone l’accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo individale e sull’utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto (come ad esempio: pc portatili, tablet e smartphone).
Un lavoro che basa i suoi principi sulla flessibilità organizzattiva e su quanto altro detto dalla Legge n. 81/2017, è un lavoro che non si appoggia su orari di lavoro stabiliti, sul concetto di posto fisso ma che, nonostante ciò, mira a rivoluzionare il concetto di lavoro stesso attraverso una serie di disposizioni lavorative. E’, al momento, una grande scommessa, così come scommessa è quella dell’Emilia Romagna. Che questa scommessa, però, possa rivelarsi o meno vincente, non è dato dirlo e tutto sta nell’aspettare i giusti risultati.
Smart Working in Emilia Romagna: come funzionerà
Il nuovo progetto di Smart Working in Emilia Romagna si basa sulla scia del già esistente Telelavoro, che ha portato all’occupazione di più di 500 dipendenti in tutta la regione, e sulla Direttiva Madia del 2017. Chiaramente, con il progetto di lavoro agile che mira, addirittura, a moltiplicare per 8 il numero di collaboratori in tutta la regione, le ambizioni aumentano considerevolmente e il progetto stesso dovrebbe diffondersi con molta più velocità e qualità di servizio.
Il principio cardina su cui si basa il tutto è la volontarietà di questo tipo di lavoro: per non allontanarsi dal concetto principale di Smart Working, anche in Emilia Romagna (che sarà la prima regione italiana a sperimentare il progetto) il tutto dovrà basarsi su base volontaria. I 4000 collaboratori, disseminati su tutto il territorio della regione, dovranno essere dotati (attraverso previa consegna) di attrezzatura necessaria: portatile ultraleggero e smartphone che contenga Office 365 e Skype for Business.
Più flessibilità, più voglia di compiere il proprio lavoro ma, soprattutto, assenza di sedi e orari fissi: i luoghi di incontro e collaborazione prediletti saranno open space e sale per riunioni. Chiaramente, per far sì che tutto non sembri semplicemente essere un bel progetto ma poco di concretizzabile, ci sarà una prima fase sperimentale della durata di sei mesi che terrà conto dei risultati ottenuti e valuterà il da farsi per i mesi successivi. L’obiettivo è migliorare le relazioni tra 4 milioni e 500 mila cittadini presenti all’interno della regione. Intanto, però, il fascino non manca e a sottolinearlo è proprio Emma Petitti, assessore all’Organizzazione: “[l’Emilia Romagna] si candida a diventare protagonista del processo di rinnovamento della pubblica amministrazione nel nostro Paese, il tutto all’insegna di una maggiore efficienza e di una più ampia flessibilità del rapporto di lavoro dei collaboratori”.
Smart Working in Emilia Romagna: i profili necessari
Insieme all’attrezzatura necessaria, che consta di portatile ultraleggero e smatphone munito di applicazioni come Office 365 e Skype for Business, necessaria sarà anche la scelta dei profili lavorativi, in grado di soddisfare tutte le condizioni previste dal progetto. Chiaramente, particolarmente importante sarà la scelta di personale che passa molto tempo fuori dall’ufficio, per ispezioni o controlli su aziende e territorio. Chiunque svolga attività amministrative può considerarsi valido, pertanto non ci sono importanti paletti ma, necessarie, saranno le valutazioni dei profili stessi.
I collaboratori svolgeranno le loro attività in una fascia oraria compresa tra le 7:30 e le 19:30, senza obbligo di timbratura del cartellino. Per segnalare la loro presenza in servizio ci sarà un’applicazione predisposta.
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