Stefania Belmondo: conseguenze delle alte temperature sugli sport invernali
Da Redazione
Gennaio 15, 2023
Stefania Belmondo, campionessa olimpica, parla del futuro degli sport invernali considerate le conseguenze disastrose del riscaldamento globale.
Stefania Belmondo: conseguenze delle alte temperature sugli sport invernali
Stefania Belmondo è stata campionessa di sci di fondo, ed è ad oggi una delle atlete più premiate nella storia della disciplina. Belmondo ha vinto per ben tredici volte i Campionati mondiali di sci nordico. La campionessa ha inoltre totalizzato 23 vittorie in gare di Coppa del Mondo di sci di fondo, diventando l’italiana con più vittorie in assoluto nel circuito mondiale.
Ancora, le sue dieci medaglie d’oro olimpiche, la rendono la seconda atleta donna italiana più premiata nella storia dell’Italia alle Olimpiadi, dopo la pattinatrice Arianna Fontana.
Stefania Belmondo è stata intervistata da Cristiana Raffa per la Rai, e ha parlato della sua preoccupazione per il futuro incerto degli sport invernali, causata dal cambiamento climatico che con le sue temperature da record decimano la quantità di neve sulle piste da sci.
“Per capire come sta cambiando tutto basta uscire la mattina. Oggi nel giardino davanti a casa mia ci sono le violette, un tempo in questo periodo c’era un metro di neve”, inizia Belmondo, che vive in Valle Stura, nel cuneese.
“La mia prima preoccupazione è l’acqua. E’ il problema numero uno. Senza neve manca l’acqua per tutto l’anno in montagna. Tantissima gente nelle comunità alpine vive grazie all’indotto che crea la montagna in inverno. Il Covid aveva messo a terra gli esercenti, i gestori degli impianti, ora sono aumentati anche tutti i costi della vita, l’energia. Io ci penso continuamente e non so cosa succederà, mi auguro solo che sia una fase”
Purtroppo il riscaldamento globale sta causando danni ai ghiacciai da molto più tempo di quello che la maggior parte delle persone crede. Solo perché si inizia a parlare di più soltanto da poco tempo di temperature superiori alla media e anni più caldi di sempre, il problema del cambiamento climatico affonda le proprie radici molto prima.
“Notavo le differenze già nel 2001-2002 rispetto a quando sciavo negli anni ‘90, sullo Stelvio c’erano già zone del ghiacciaio tutte nere che dieci anni prima non avevo mai visto. E oggi mio figlio, che scia e va lui ad allenarsi lì, mi mostra le foto di come è ora, le condizioni quest’anno erano drammatiche: poco ghiaccio, tanti crepacci aperti”
Per quanto riguarda il futuro degli sport invernali, considerando che già quest’anno è stato necessario posticipare il Campionato del mondo di sci perché sulle piste non c’era abbastanza neve, Belmondo ha detto. “Se la quota di neve si riduce sempre di più sarà necessario ripensare anche gli sport invernali. Già ora vedo tante persone andare in bicicletta anche nei mesi invernali, anni fa non se ne vedevano di bici in montagna d’inverno. Come faranno adesso gli esercenti e i gestori degli impianti a garantirsi i 100 giorni minimi di apertura? Una volta si sciava fino a Pasqua”.
E prosegue: “Da un lato la neve regge di più sui tracciati perché viene mossa di meno, si percorre un binario su un tracciato sempre uguale. Però certamente le piste devono e dovranno salire sempre più di quota. Un tempo si sciava bene anche a 800 metri, oggi difficilmente si trovano piste così basse. In futuro troveremo circuiti sempre più elevati”.
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