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Tumore al colon, individuata proteina “bersaglio” per combattere il cancro

Da Redazione

Febbraio 28, 2018

Tumore al colon, individuata proteina “bersaglio” per combattere il cancro
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La lotta contro il cancro continua, e stavolta, l’interesse degli scienziati è finito il tumore al colon retto, una neoplasia sempre più diffusa a causa del regime alimentare poco sano che le persone afottano. Ma grazie a un nuovo studio tutto firmato italiano è stata scovata una nuova proteina che è collegata alla formazione delle masse tumorali intestinale e che se colpita comporta la regressione della patologia.

Tumore al colon, la proteina “bersaglio”

E’ stata individuata di una nuova proteina legata allo sviluppo del cancro al colon-retto, ma che potrebbe portare all’ideazione di ulteriori terapie, molto più precise di altre grazie ad un team di ricerca finanziato dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e coordinato dall’Università del Salento.

Questa particolare tipo di proteina è denominata beta-catenina, che evidenzia un’espressione genica esagerata ma solamente all’interno delle cellule tumorali. In realtà, già da tempo gli studiosi avevano cercato di usare farmaci intelligenti contro questa proteina. Ma i risultati avevano fallito, in quanto le cellule cancerose continuavano lo stesso a sopravvivere.

Tumore al colon, la scienza va avanti

Il team di ricerca, coordinato dalla dottoressa Malù Coluccia, ha mostrato che l’inattivazione duratura della proteina beta-catenina, ha la capacità di innescare una risposta metabolica all’interno delle cellule tumorali, definita con il termine di autofagia. In pratica le cellule si auto divorano al fine di poter sopravvivere fino a scomparire del tutto.

Lo studio è stato effettuato insieme al Dipartimento di Chimica e Tecnologie del Farmaco dell’Università La Sapienza di Roma con lo scopo di consentire lo sviluppo di un nuovo inibitore di NHERF1 che uccide le cellule cancerose del cancro al colon in combinazione con antagonisti della beta-Catenina.

Lo studio è stato condotto in associazione a Michele Maffia, docente dell’Università del Salento e responsabile del Laboratorio di Proteomica Clinica del Polo Oncologico Giovanni Paolo II (Lecce). I risultati sono stati divulgati su Oncogene, una rivista del gruppo Nature.

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