Tumore alla prostata: i sintomi, le cause e gli esami da fare
Da Redazione
Aprile 01, 2019
Ogni anni, in Italia e nel mondo, aumentano i casi di tumori alla prostata, uno dei più diffusi nel genere maschile. I dati dell’ultimo anno segnalano ben oltre 35mila diagnosi effettuate, ma fortunatamente per il 90% dei casi si tratta di fasi iniziali, che grazie ai nuovi esami e alla ricerca consentono di guarire.
Le ultime stime sono state rilasciate durante l’ultimo congresso dell’European Association of Urology di Barcellona, tenutosi dal 15 al 19 marzo 2019. Il convegno ha raggruppato più di 10mila scienziati e ricercatori esperti nel campo dell’urologia provenienti da ben 100 diversi Paesi.
Durante il congresso è emerso che il carcinoma prostatico è il più frequente negli uomini per una percentuale del 20%, soprattutto nei Paesi occidentali, e che sono state attuate nuove tecniche e esami che consentono di agire velocemente sulla malattia.
Che cos’è la prostata
Prima di andare a scoprire tutte le nuove tecnologie e i possibili esami da effettuare , però, facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire che cosa sia la prostata. Moltissime persone, compresi gli stessi uomini non avevano idea di dove fosse collocata la prostata.
La prostata è una ghiandola che si trova nella parte anteriore del retto. Ha più o meno le dimensioni di una castagna ed è molto utile per quanto riguarda le funzioni di riproduzione. Inoltre, la ghiandola serve per produrre e secernere liquido seminale ed è condizionata dagli ormoni.
Per quanto riguarda il tumore alla prostata, non si tratta altro che di cellule neoplasiche che crescono in essa in maniera non controllabile e anomala attraverso un tessuto in essa contenuto. E’ molto importante, quindi, averla sotto controllo specialmente passati i 50 anni, età nella quale si presentano i casi più frequenti di carcinoma prostatico.
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Le cause e i fattori di rischio
Le cause e i fattori di rischio che possono generare e portare un tumore alla prostata sono non ancora individuate con certezza, ma alcuni fattori di rischio sono molto comuni in quasi tutti i casi, eccezion fatta per una piccola percentuale.
Come in molti altri tumori, anche quello alla prostata si presente in maniera silente e quindi difficilmente riconoscibile se non si presentano evidenti disturbi. Come detto, però. Ci sono alcuni elementi comuni che possono essere considerati responsabili diretti della patologia neoplastica.
Uno dei fattori principali, oltre all’età, che potrebbe causare il tumore alla prostata è sicuramente legato all’alimentazione. Infatti, se non si segue una dieta sana e controllata le cellule potrebbero formarsi con un’alta probabilità.
E’ importantissimo, quindi, evitare fritti e grassi saturi, un eccessivo consumo di insaccati o latticini o di carne rossa. Meglio privilegiare l’uso di frutta, ortaggi gialli o verdi, riso e olio d’oliva. Ottima anche l’assunzione di selenio e vitamine A, E e D.
La neoplasia prostatica potrebbe presentarsi anche a causa della sedentarietà, dello stare a contatto di alcune sostanze chimiche come i coloranti o fertilizzanti, l’alto livello nel sangue degli androgeni o anche, nella minor percentuale dei casi, anche per un fattore ereditario.
Per prevenire il tumore alla prostata è bene, dunque, seguire alcune regole di base molto utili anche per contrastare altre patologie. Come detto in precedenza, dunque, bisogna seguire una sana alimentazione, effettuare attività fisica o movimento almeno mezz’ora al giorno, evitare di fumare e un consumo ridotto dell’alcol.
I sintomi da riconoscere
Come scritto in precedenza, il tumore alla prostata è nelle fasi iniziali silente e asintomatico, per questo è importante fare controlli con costanza e in caso di valori sballati chiedere nell’immediato un consulto ad un urologo.
Una volta che cresce la massa tumorale, nella percentuale più alta dei casi si presentano sintomi comuni come ad esempio il dover urinare molto di frequente, la sensazione di non aver svuotata del tutto la vescica o addirittura la presenza di sangue sia nelle urine che nello sperma.
In molti casi, questi sintomi presentano una situazione tumorale benigna o altre disfunzioni della prostata come ad esempio una ipertrofia prostatica. Anche in questi casi, la visita urologica è fondamentale per effettuare una diagnosi corretta.
La crescita della massa tumorale nella prostata è molto lenta e a causa di ciò i sintomi possono anche non presentarsi nell’immediato o essere nulli per molti anni. Negli anni 2000 c’è stato un aumento notevole di casi di tumori alla prostata e la proiezione del 2020 è di circa 44mila casi mentre nel 2030 se ne prevedono ben 54mila.
Il dato di sopravvivenza alla malattia, escludendo i casi nei quali si presentano complicazioni o altre patologie, è dell’88% dopo ben 5 anni dalla diagnosi. La prevenzione diventa fondamentale per porre subito rimedio ed agire con rapidità.
Gli esami da effettuare
Durante l’European Association of Urology di Barcellona si è mostrato un nuovo programma che riesce a tracciare l’esatto identikit e l’aggressività delle cellule neoplastiche prese in osservazione. Questa biopsia particolare è stata messa a punto dal direttore di urologia di Baggiovara, in provincia di Modena, il professore Bernardo Rocco.
Lo staff medico, insieme al Centro Celebration in Florida, ha elaborato il PRECE, programma che grazie al calcolo scientifico, riesce a determinare con esattezza l’estensione del tumore e l’analisi istologico.
Il nomogramma, una volta individuato il tumore all’interno o nelle vicinanze della ghiandola prostatica, riesce a indicare al chirurgo il modo per intervenire senza ad andare a intaccare i nervi utili alla erezione.
Se si tratta di neoplasia di maggior spessore, si procederà attraverso la resezione chirurgica che andrà a garantire la sicurezza e scongiurare altre presenze neoplastiche. In questo modo si utilizza al massimo la chirurgia robotica attraverso anche la tecnologia del 3D.
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